In un tempo storico sempre più condizionato da strumenti tecnologici e intrattenimenti digitali, la scuola primaria di Colzate ha organizzato per i suoi alunni un incontro speciale, un ponte con il passato del nostro paese e con la vita “da bambino” della prima metà del 1900. Venerdì 21 febbraio scorso le insegnanti e i bambini hanno avuto il piacere di incontrare la signora Giannina, che ha subito accolto l’invito, per un prezioso scambio fra generazioni e per un laboratorio sui giochi di un tempo. La narrazione di quella quotidianità, così diversa dalla nostra, ha gettato le basi per una riflessione sui modi di vivere di allora, sul piacere di stare insieme, sulla capacità di accontentarsi, di reinventarsi e d’inventare giochi con materiali semplici, trovati in natura o in casa. Giannina Bonfanti è nata il 22 aprile del 1934 a Colzate, dove ha sempre vissuto e dove ha frequentato la scuola primaria fino alla classe quarta (la classe quinta non c’era ancora). Gli scolari erano molti, le classi numerose e con un unico maestro o maestra. Dopo scuola le bambine e i bambini del paese si incontravano nella contrada vecchia, per strada; le vie erano più sicure perché non passavano automobili e non erano asfaltate. Tra le amiche con cui giocava ogni giorno ricorda Rina Rossi e Gesuina Consonni, vicine di casa. Era un periodo storico difficile, racconta la signora Giannina, in cui non c’era il benessere di oggi, le famiglie non potevano permettersi lussi o acquisti superflui, ma i bambini trovavano comunque il modo per divertirsi e stare insieme. Spesso si giocava con amici di ogni età a “Cip”, ovvero a nascondino: un bimbo estratto contava e gli altri si nascondevano. Altre volte si giocava a “Ciche” (biglie), costruite dai bambini stessi con terracotta o terra argillosa essiccata, trovata nella zona che veniva chiamata “Ol Fosat”, dove c’era uno scoscendimento profondo del terreno. Le bambine facevano le mamme giocando a “Pöe” (bambole), costruite utilizzando vecchi stracci trovati in casa, usando un bastone come corpo e una patata infilzata all’estremità come testa, su cui venivano poi disegnati occhi, naso e bocca. Un altro gioco comune soprattutto nei ragazzi era quello del “Sirc”, che consisteva nel far ruotare con un manico di scopa una vecchia ruota di una bicicletta, facendole fare più giri possibili. Nei giochi di un tempo non poteva mancare la “Lépa” (Lippa), in cui ogni partecipante doveva colpire un pezzo di legno con un bastone, facendolo rimbalzare il più lontano possibile. Dopo la testimonianza della signora Giannina, grazie anche alla disponibilità di volontari del paese che hanno costruito piccole “Lépe” dai bordi arrotondati, ogni bambino ha potuto provare, con stupore, questo nuovo- antico gioco.
Ecco alcune considerazioni da parte dei bambini della scuola primaria di Colzate:
– “La vita ai tempi della signora Giannina era molto diversa, anche il paese era diverso: la piazza dove si trovavano i bambini a giocare era piccola e col prato, c’era poco cemento. Non c’erano i videogiochi e ci si trovava più spesso a giocare per strada. Non si pagava con gli Euro ma con le Lire” ( Nicolò)
– “La scuola era piccola e attaccata alla Chiesa. Il campo dove giochiamo era un campo di grano. In tempo di guerra, quando suonava una campanella, le persone dovevano andare in specie di gallerie sotterranee per proteggersi” (Gaia)
-”A me ha fatto riflettere che durante la guerra mangiavano molto poco. Deve essere stata molto difficile la vita” (Alexandra)
– “Questo incontro ci ha fatto riflettere su come adesso siamo fortunati rispetto a quei tempi!” (Lara)
– “La signora Giannina ci ha spiegato che alcuni giochi si possono costruire col materiale che si trova in natura” (Maira)
-”Abbiamo anche visto un’immagine di com’era il paese di Colzate quando Giannina era piccola, molto diverso da adesso” (Agata)
– “In quei tempi alcuni bambini grandi prendevano degli elastici, mettevano dentro un sasso e lo tiravano. Si doveva stare attenti, poteva anche essere pericoloso” ( Maria, Andrea)
– “ I bambini giocavano a Lépa e a biglie. Le bambine giocavano tanto con delle bambole costruite da loro” (Saad e Marisol)
– “Le famiglie nel periodo della guerra avevano una tesserina con scritto il numero dei componenti della famiglia. Potevano prendere solo un pane ciascuno” (Mirco)
– “A noi è piaciuto molto quando la signora Giannina ci ha raccontato i giochi che si facevano una volta, inoltre ci ha fatto provare un gioco che faceva lei: dovevamo colpire un legno con un bastone. Questa è stata una bellissima esperienza, e vorremmo che questa signora tornasse ancora” (Noemi, Zoe, Musa)
– “Un venerdì pomeriggio abbiamo incontrato la signora Giannina che ci ha raccontato che ha assistito al bombardamento di un treno diretto a Clusone. C’era la neve. Ci sono stati morti e feriti. Lei aveva 12 anni.” (Anas, Giovanni, Matteo)
– “Mi ha colpito il fatto che la guerra un tempo c’era anche qui. La guerra non ci dovrebbe essere mai in nessuna parte del mondo. Sarebbe bello se si vivesse tutti insieme in armonia” (Asia)
Questo preziosa condivisione, oltre a rappresentare un’importante testimonianza storica, ha portato con sé racconti e storie famigliari di un passato che insegna tradizioni e valori, aiutando a preservare in ognuno un senso di appartenenza e di continuità culturale.
Le insegnanti