GERRY GUALINI
Assessore alle Politiche Sociali e Familiari
Nato ad Alzano Lombardo, ma residente ad Albino, Gerry Gualini ha 51 anni. E’ medico, specialista in pediatria, e dopo aver lavorato presso il Reparto di Pediatria dell’Ospedale di Alzano, dal 2005 esercita la professione di Pediatra di Famiglia a Casnigo, in Valgandino. A lui la redazione di Paese Mio rivolge alcune domande per conoscere meglio la sua attività in ambito sociale, nonchè lo stato dell’arte del suo assessorato, nel tentativo di tracciare un bilancio.
Come sta andando l’esperienza amministrativa? Finora, qual è il bilancio del suo mandato?
Naturalmente, non posso dire di essere completamente soddisfatto di quanto fatto fino ad oggi…quante belle cose avremmo potuto fare con risorse più adeguate! Che poi, non si tratta solo di avere avuto meno risorse rispetto al passato, ma anche di non averle avute con certezza e continuità. Un esempio per tutti: siamo a fine anno e ancora non c’è chiarezza sull’IMU, e quindi su quali saranno i trasferimenti dallo Stato per sostituirla (ad oggi 190.000 euro in meno comunicati a inizio novembre). Pazienza, la sfida è quella di fare fronte alle esigenze dei cittadini che aumentano con risorse che diminuiscono.
In questo periodo si sta concretizzando per molte persone il passaggio dalla cassa integrazione alla mobilità, per altri dalla mobilità al licenziamento o alla scadenza del sussidio di disoccupazione. Per la casa non va meglio: numerose famiglie stanno ricevendo la comunicazione di sfratto per morosità o la perdono per l’impossibilità di pagare le rate del mutuo. Per queste esigenze dovrebbero intervenire i livelli superiori, Stato e Regione, attivando politiche di carattere generale e attuando scelte coraggiose, ma per ora non arrivano risposte soddisfacenti: non ci sono nuovi posti di lavoro, non si costruiscono case popolari e si riducono i contributi regionali a chi è in affitto. Ma l’amministrazione comunale cerca di fare la propria parte, offrendo ad esempio la propria garanzia ai proprietari di alloggi, incentivando ad affittarli (ad oggi 15 nuclei famigliari hanno così una casa). Il Sindaco e i Colleghi di Giunta, nonostante le difficoltà di far quadrare il bilancio, hanno sempre garantito la priorità necessaria alle politiche sociali e famigliari, destinandovi sempre le risorse che è stato possibile reperire.
Quali gli interventi più significativi attuati nell’ultimo anno?
I progetti più significativi di quest’anno sono stati “Legami e condivisione”, il Consultorio famigliare dell’Ambito Territoriale e l’adesione al progetto “Città sane” (Healthycity).
Legami e condivisione è nato alla fine del 2012 dalla collaborazione tra il Comune, i Gruppi caritativi di Albino e la cooperativa Il Cantiere, che hanno firmato una convenzione, per cui vengono raccolti alimenti freschi e confezionati e distribuiti pacchi alimentari per le famiglie albinesi bisognose. Si sono raggiunte 85 famiglie nel 2013, a fronte delle 40 che ricevevano buoni pasto dal Comune lo scorso anno, impiegando 25.000 euro contro i 40.000 del 2012. Il valore aggiunto di questo progetto è nella collaborazione dimostrata da tutti i protagonisti e nella volontà espressa dai volontari di verificarlo con regolarità, migliorando le proprie competenze attraverso un percorso di formazione promosso con il Centro Servizi Volontariato.
Il Consultorio famigliare dell’Ambito di Albino ha consolidato, a fianco dei servizi tradizionali (assistenza alla maternità e prevenzione), il Servizio Famiglia: un servizio davvero nuovo per il nostro territorio, che aiuta le coppie in crisi, i genitori in difficoltà con i propri figli, i ragazzi stessi che faticano a crescere.
La “Rete delle Città Sane” è un progetto dell’OMS che promuove l’attivazione di “buone pratiche” in ogni città. Albino, lo scorso 14 novembre, è stata insignita del riconoscimento di “Città che promuove la salute”, essendo stato uno dei 4 Comuni che hanno avviato la sperimentazione in provincia di Bergamo. Dopo aver costruito la proposta da fare a tutti i Comuni bergamaschi, ci siamo impegnati ad attuare in Albino 6 “buone pratiche” ogni anno (nuove o che migliorino iniziative già in atto), per i prossimi tre anni, assicurando il nostro impegno per la qualità della vita della nostra città.
E il rapporto con il territorio? Con le associazioni di volontariato? Con la casa albergo e la fondazione Honegger?
Ho cercato di garantire l’attenzione dovuta al territorio e alle sue molteplici espressioni, partendo dalle associazioni, con le quali ritengo fondamentale consolidare i rapporti di collaborazione: dall’Associazione Mamme del mondo, che promuove azioni culturali e di integrazione tra tutte le donne del nostro territorio, all’Associazione Fior di loto, che si occupa di contrastare la violenza contro le donne e gestisce uno sportello di ascolto con sede a Gazzaniga; dall’Associazione Anziani di Albino a quella di Comenduno e all’Anteas, che garantisce un’eccezionale servizio di trasporto a malati e anziani; alle Associazioni di cittadini stranieri che siedono al “Tavolo sulle migrazioni” che si riunisce regolarmente da quattro anni.
A nome del Comune, partecipo all’Organo di tutela, che valuta l’operato della Fondazione Honegger, a garanzia delle persone che abitano in Casa Albergo e Infermeria: di loro si occupa anche l’Associazione Milly Honegger, che fornisce un aiuto eccezionale e che quest’anno è cresciuta moltissimo in adesioni e competenza.
Quali i programmi in atto per il 2014? Quali le direttrici di intervento che necessitano di più attenzione?
Tra i progetti più significativi, voglio citarne due: una residenza “leggera” per anziani e il progetto presso l’asilo nido per le neo-mamme.
Il progetto residenzialità “leggera” per anziani vuole creare una struttura vicina all’idea di casa, dotata di personale di supporto, che possa accogliere una decina di persone anziane ancora in buona salute, ma che non se la sentono più di vivere in casa propria: perché la casa è troppo grande o scomoda o perché si sentono soli. Come esperienze analoghe in provincia, abbiamo incoraggiato una cooperativa del territorio a stendere un progetto e a partecipare a un bando della Fondazione Cariplo: il progetto è stato approvato e finanziato ed ora possiamo approfondire la fattibilità presso una struttura del nostro Comune, in collaborazione con la comunità locale.
Il secondo sogno nel cassetto si sta realizzando in questi giorni con la collaborazione della Società servizi sociosanitari Valseriana e ha preso il via presso l’asilo nido comunale con una serie di incontri tra mamme che hanno partorito da poco: si tratta di un progetto sperimentale che vuole offrire a queste donne un luogo dove confrontarsi e confortarsi, tra loro e con l’aiuto di due educatrici, per affrontare al meglio questa straordinaria esperienza. Credo infatti che l’asilo nido possa diventare col tempo uno “spazio” dedicato alla crescita della famiglia nel suo insieme, dove si possano coltivare le capacità genitoriali e sperimentare quanto bene faccia la cura reciproca.
T.P.






