Nuova bellissima esperienza per il CAI Albino. Guidati da un appassionato “del mestiere”, cioè un esperto di speleologia, alcuni soci del sodalizio albinese hanno visitato la grotta “Tamba di Laxolo”, in Val Brembilla, non solo la più importante della valle (una laterale della Val Brembana, che si apre dopo il viadotto di Sedrina), ma della stessa Bergamasca, tale da occupare un posto di rilievo fra gli speleologi orobici, soprattutto per le inusuali dimensioni delle sue gallerie e per il loro ricco concrezionamento.
Facile, nel complesso, il suo accesso, quindi meta frequentabile. E così lo è stato per i soci del CAI Albino, che hanno vissuto una bella giornata in grotta, fra stalattiti e stalagmiti, passaggi in ampi saloni e superamento di stretti pertugi. Infangati, resi umidi, ma contenti per aver scoperto una delle tante “sorprese” del mondo speleologico bergamasco.
La Tamba è una grotta da sempre nota agli abitanti di Laxolo, ma per lungo tempo ne era conosciuta solo la parte iniziale. Dopo una ventina di metri dall’ingresso infatti, un accumulo di fango e pietre chiudeva completamente il passaggio. Nel 1999 gli speleologi dello Speleo Club Orobico-CAI Bergamo iniziarono una serie di lavori stimolati dalle notevoli dimensioni della condotta d’ingresso (larghezza di 4 metri per 2 metri di altezza). La loro costanza venne ripagata: il tappo di fango venne superato e gli speleologi poterono accedere al maestoso salone che si celava al di là dell’ostacolo Le sorprese non erano comunque finite: un angusto passaggio nella frana che costituisce il pavimento del salone permise l’accesso ad una difficile arrampicata e ad un successivo salto di roccia, alla cui base inizia una ripida e favolosa condotta con un diametro che in più punti supera i sei metri. Qui, spettacolari concrezioni, giochi d’acqua, misteriosi passaggi neri, una serie di salette: un ambiente fantastico, come quelli che popolano i più bei sogni degli speleologi.
Ti.Pi.









