Dopo 170 anni, fanno ritorno a casa, restaurati dalla Fondazione Creberg, due dipinti “albinesi doc” che la pittura di Giovan Battista Moroni ha consegnato alla storia: i coniugi Spini.
Nel lungo anno di “MORONI 500”, che ha festeggiato il cinquecentenario della nascita del grande pittore Giovan Battista Moroni, Albino – la terra in cui è nato e in cui ha vissuto e operato per una buona parte della sua vita – e in senso più ampio tutta la Val Seriana, hanno mantenuto la promessa di rinnovare il legame che unisce “il pittore della realtà” alla sua terra, alla sua gente, alla sua natura e alla sua cultura. Ora il gran finale a sorpresa, grazie alla collaborazione tra il Comitato Moroni 500, la Parrocchia di Albino, Fondazione Credito Bergamasco, main partner del progetto sin dalle sue prime battute, e Accademia Carrara, che con questi importanti prestiti intende sigillare la stretta collaborazione intessuta con l’avventura di “Moroni 500”, consentendo in più occasioni un “ritorno ad Albino” di significative opere del pittore custodite in museo. Così dal 12 novembre al 26 dicembre, la suggestiva chiesa di San Bartolomeo sarà palcoscenico di una mostra speciale, a cura di Orietta Pinessi.
Con questa iniziativa, tra le prime ad aprire il percorso verso “Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023”, si chiude il cerchio della storia: dopo 170 anni – dal 1852, anno in cui i due dipinti entrarono nelle collezioni di Accademia Carrara – finalmente torneranno a casa due “albinesi doc”, Bernardo e Pace Rivola, i celebri coniugi Spini, immortalati da Moroni a figura intera (1573-1575). Inoltre, viene esposta anche la splendida tavola del Cristo portacroce con un devoto (1518) di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, il maestro bresciano del pittore albinese.
Le tre opere saranno presentate al pubblico a conclusione dei restauri donati da Fondazione Credito Bergamasco e realizzati da Delfina Fagnani, a coronare la lunga campagna conservativa della Fondazione, che negli ultimi anni ha interessato ben 18 opere di Moroni, tra dipinti e polittici.
Si completa con questa mostra la narrazione della vicenda straordinaria di un pittore ormai universalmente celebrato come un protagonista della pittura del Rinascimento, ma che per gran parte della sua vita aveva scelto di vivere e operare nel paese natale, Albino, sfidando dalla periferia il protagonismo – per il quale anche per carattere era evidentemente poco tagliato – delle grandi capitali dell’arte della sua epoca.
“Il restauro, da noi promosso, di tre capolavori dell’Accademia Carrara – osserva Angelo Piazzoli, Presidente della Fondazione Credito Bergamasco – si è concluso ad ottobre, grazie allo straordinario lavoro di Delfina Fagnani, condotto con la Direzione di Angelo Loda (Soprintendenza Bergamo Brescia) e in costante correlazione con Paolo Plebani, Conservatore della Pinacoteca cittadina. Gli interventi sui “coniugi Spini” di Moroni e sul “Cristo portacroce” di Moretto sono stati per noi un’occasione per essere nuovamente vicini ad Accademia Carrara e, secondo il nostro stile pragmatico, per offrire al territorio un concreto intervento in vista delle attività previste per “Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023”. La mostra, che vede impegnati il Comune di Albino e Promoserio – ci sembra un gesto doveroso sia perché difficilmente – almeno nel breve e medio periodo – i coniugi Spini di Moroni potranno “ritornare a casa”, ma anche come segno di prossimità nei confronti dei soggetti promotori con i quali vantiamo una storica e significativa collaborazione”.
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