Grande festa per i 100 anni di Luigi Comotti
Una figura esile, il viso minuto, nonostante la sua altezza, ma ancora un nonnino vispo e lucido, per certi versi autonomo, pronto alla chiacchierata e alla risata. Così si presenta Luigi Giuseppe Comotti al grande traguardo dei 100 anni, un appuntamento con la storia, per un arzillo vecchietto che, seppur con qualche acciacco, che gli impedisce una normale deambulazione, non disdegna di stare in compagnia tutti i giorni con i volontari, il personale ausiliario e gli ospiti della Casa Albergo della Fondazione Honegger, dove è ospitato dal settembre scorso, presso il Centro Sollievo. Tutta colpa di una caduta, rimediata lo scorso 28 agosto, che gli ha procurato il cedimento dell’anca: dapprima, è stato ricoverato all’ospedale di Alzano, poi, in Casa Albergo, dove il 24 novembre scorso è stato festeggiato dalla figlia Franca e da Claudio, nonché da tutti i nipoti, per aver raggiunto l’ambito traguardo dei 100 anni.
Nato il 24 novembre 1914, a Vall’Alta, quando l’attuale frazione era ancora un Comune proprio, Luigi Comotti era il secondo di sette fratelli (di questi, è ancora in vita un fratello, che vive in Svizzera); di famiglia contadina, ha frequentato le scuole elementare, alternandosi nel lavoro dei campi. Poi, l’obbligo di rintracciare un lavoro per sostenere la famiglia lo ha portato, insieme ad un fratello, ad emigrare in Piemonte, precisamente a Bardonecchia, in Val di Susa, come minatore. Qui, ha trascorso gran parte della sua giovinezza. A parte la parentesi della guerra, che lo ha impegnato per quattro anni, come artigliere.
Poi, il grande salto, oltre le Alpi: emigrante per quattro anni in Belgio, dove ha trovato lavoro nei forni, collegati alle miniere di carbone, Qui, ha conosciuto un ragazzo di Fiobbio: questi, durante una vacanza a casa, gli ha fatto conoscere sua sorella Santina (Carrara) che, in breve, è diventata sua moglie.
Rientrato definitivamente dal Belgio, ha trovato casa in via Pradella e ha intrapreso l’attività di muratore, presso l’impresa edile Farina di Albino, dove è rimasto per 27 anni, fino all’età della pensione. Fino ad un po’ di anni fa era facile incontrarlo nel suo orto, attento alla cura di insalate e pomodori; ma lo si trovava anche in città, ad Albino Alta, dove era solito salire per andare a giocare a boccette, al bar “Zurich”, ma anche in un bar di via Provinciale. Molti, invece, lo ricordano attento a fare il cantiniere in un bar di via Pradella, gestito dal genero Claudio. Una persona affabile, simpatica, sempre pronta alla battuta, ma soprattutto autonoma. Purtroppo, il 28 agosto scorso, una caduta gli ha ridotto un po’ la sua autonomia, costringendolo al ricovero dapprima in ospedale e poi al Centro Sollievo della Casa Albergo.
“Gli abbiamo fatto una grande festa di compleanno – spiega il genero Claudio Gregis – Per lui una bella torta. Del resto, 100 anni non capitano tutti i giorni. Se si riprende bene, però, lo riporteremo a casa, dove lo aspetta ancora il suo orto”.
T.P.






