Il “Festival delle passioni”: un’idea di città
Quando a conclusione della manifestazione, domenica 18 maggio tardo pomeriggio, il London Bus del “Festival delle passioni” ci ha portati in festa scorrazzando per le strade di Albino, ci siamo tutti sentiti un po’ più bambini. Essenzialmente perché al Festival ci siamo divertiti, nonostante diversi di noi fossero letteralmente sfiniti.
La prima grande soddisfazione che abbiamo avuto da questa esperienza è che Albino è stata in quei giorni una città diversa, viva, accogliente. Con il “Festival delle pas-sioni” di quest’anno abbiamo deciso di aprire spazi nuovi alle persone, spazi lasciati ordinariamente al transito delle automobili, per destinarli al passo incuriosito e tranquillo dei visitatori, alla passeggiata pomeridiana delle famiglie con i bambini, al bruli-care continuo di gente che andava e veniva fermandosi qua e là, tra gli stand degli espositori e i tavolini dei bar. Una città aperta e a misura d’uomo. Ci ha fatto una strana sensazione vedere alcuni bambini giocare con la palla nel bel mezzo dell’incrocio del Comune. Era qualcosa che non avevamo mai visto.
La seconda grande soddisfazione è che Albino ha espresso una grande capacità attrattiva. Grazie al London Bus, alle fermate in stile british con le sagome del Moroni, all’area sosta camper allestita per l’occasione ad Abbazia, ai concerti nelle splendide corti di via Mazzini, ai “Menu delle passioni” dei ristoratori, agli workshop, agli spettacoli serali, Albino è diventata una città turisticamente interessante. E’ una cosa che a dirla non ci avresti mai creduto. Eppure un evento come questo, pure con i suoi limiti, è riuscito a rilanciare l’immagine della nostra città. Ha fatto parlare. L’evento ha avuto ampia risonanza in provincia e Albino, ormai da tempo, anche grazie a questo tipo di attività è indicata come esempio per capacità di mobilitazione e di valorizzazione della città. Già sono nate le imitazioni.
La terza soddisfazione è aver coinvolto la città. Non nascondiamo che la chiusura al traffico delle vie principali rappresentava per tanti di noi un serio motivo di preoccupazione. Grande è stata tuttavia la disponibilità dei residenti nelle vie interessate dalla chiusura. Avevamo inviato una lettera nei giorni precedenti per scusarci anticipatamente degli inevitabili disagi e per rassicurarli che se l’iniziativa fosse riuscita, ciò sarebbe stato possibile anche grazie alla loro collaborazione. Così è stato. Lasciamo alle due pagine dedicate al Festival il resto dei nostri ringraziamenti.
La quarta soddisfazione è che l’evento è stato economicamente sostenibile. Quest’anno la grande estensione dell’area del Festival, il prolungarsi dell’evento anche alla serata di sabato e l’aggiunta della domenica ci hanno costretto a investire molto di più in termini economici, spese a cui abbiamo fatto fronte grazie al contributo degli espositori, degli sponsor del London Bus e grazie alle entrate della sottoscrizione a premi del Festival a sostegno del commercio di vicinato, fondi che ci hanno permesso di chiudere in sostanziale pareggio anche quest’anno.
Non sapremo mai quante persone hanno visto in quei giorni Albino, ma abbiamo ancora negli occhi le immagini di una festa diffusa per le vie e per le piazze che sembrava non finire mai.
Era questo che intendevamo fare quando abbiamo scritto il nostro “Progetto Lavoro”: dar vita a nuove opportunità per la nostra città valorizzando le sue risorse, il suo territorio, la sua gente, il Moroni, le passioni delle persone.
Con tutto il ciclo di eventi sul tema della passione che oltre al Festival si sono susseguiti da maggio a giugno, ovvero “Arte… che passione!”, “Giochi… che passione!”, “Gusto… che passione!”, abbiamo voluto lanciare l’idea di una “città delle passioni”.
E’ anche con questo tipo di attività, per alcuni non così importante, che abbiamo voluto inseguire il sogno di una città rinnovata, una città migliore.
Il Direttivo dell’Associazione “Per Albino”






