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Il museo etnografico della Torre di Comenduno si rinnova!

14 Gennaio 2014
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Il museo etnografico della Torre di Comenduno si rinnova!

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Grazie al finanziamento stanziato dal Comune di Albino, partner del progetto Valseriana: un sistema che fa differenza, per la valorizzazione e la gestione integrata dei beni culturali e ambientali della Valle, progetto che ha ottenuto un contributo da parte di Fondazione Cariplo, partirà nei prossimi mesi il riallestimento delle sale del museo, curato da un’équipe di giovani che si sono affiancati ai volontari dell’Associazione Amici del Museo della Torre.

L’inaugurazione dei nuovi spazi a giugno sarà il migliore dei modi di festeggiare, il prossimo anno, il venticinquesimo anniversario del Museo etnografico della Torre: il riallestimento è solo il primo passo di un lungo percorso che vorrebbe rendere il museo un’istituzione al passo con i tempi, dove la memoria del passato accompagni lo sguardo rivolto al futuro; il progetto è pensato soprattutto per i giovani e le numerose scolaresche, che già visitano il museo ogni anno, cogliendo le opportunità di laboratori e attività organizzate ad hoc.

Il rinnovamento coinvolgerà i diversi spazi: al piano terreno il ciclo della cerealicoltura sarà arricchito da foto d’epoca e pannelli esplicativi che permetteranno anche al visitatore non accompagnato una corretta lettura degli oggetti esposti; il piano superiore invece cambierà radicalmente: la sala ospiterà la ricostruzione di una casa contadina della media-bassa Valle Seriana nella prima metà del Novecento, con le sue attività, le sue produzioni, alimentari e non, e gli arredi tradizionali: ci sarà il portico con gli attrezzi per lavorare la terra, per fare il bucato, per l’uccisione del maiale e la lavorazione delle carni, per l’allevamento delle api; la cucina col camino attrezzato, la stufa e la primus, gli attrezzi per impastare la pasta, cucinare, cagliare il latte, allevare i bambini, stirare i panni ecc.; la stanza da letto con gli scaldini, il trespolo col catino e la brocca, le immagini religiose; il granaio-stànsa di caalér con i ripiani per l’allevamento dei bachi da seta; la stalla con le attrezzature per l’allevamento del bestiame e l’angolo usato come soggiorno invernale dove si fabbricavano gli attrezzi agricoli in legno e si lavorava la lana.

L’illuminazione e l’interattività saranno i punti di forza del nuovo museo, grazie anche alla realizzazione di una applicazione di realtà aumentata tutta da scoprire!

Il museo, nonostante la sua ampia collezione, al momento non dispone di tutti gli oggetti che si vorrebbe esporre; chiediamo perciò ai concittadini di darci una mano a rintracciare quelle mancanti: potrebbero essere donate al museo oppure semplicemente concesse in prestito, con diritto di riscatto.

Questi gli oggetti che cerchiamo: una ramìna per l’affioramento della panna; una stufa di ghisa coi relativi tubi di metallo, bassa e con i cerchi (ne abbiamo già una ma è di casa signorile, ne cerchiamo una invece contadina); un paio di secchi di rame, usati per prelevare l’acqua alla fonte col bilanciere; un vecchio fucile da caccia (piombato, non funzionante); un mastello per il bucato (sòi), meglio se di legno; nel fodero di canna; un cuscino di piume di gallina; una carriola di legno; un tratto di mangiatoia in legno (traìs); una vecchia gabbia per conigli, di piccole dimensioni; un piccolo truogolo di legno (àlbe, pilòt); una rocca per filare; salami, cotechini, lardo, stracchino e formaggella, finti ma bene imitati, da esporre in cantina; alveari rustici e attrezzi per l’allevamento delle api e la smielatura; una cassa in legno per impastare le carni di maiale; una scala a due montanti non troppo lunga. Sarebbe bello anche che, la prossima primavera, qualcuno che già dispone di foglie di gelso si offrisse di allevare qualche baco da seta per avere un po’ di “bosco” con i bozzoli (boghècc coi galète) da esporre.

Il museo, e soprattutto il patrimonio che conserva ed espone, appartiene a tutta la cittadinanza, la sua mission è quella della diffusione del sapere e della cura del nostro passato. Chiediamo uno sforzo da parte di tutti per renderlo ancora più accogliente e partecipato. Qualcuno si offre?

 

Marta Cassina

per Associazione per il Museo etnografico della Torre di Comenduno

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