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Il segreto della Valle, un progetto video di “Realtà Aumentata”

15 Settembre 2014
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Il segreto della Valle, un progetto video di “Realtà Aumentata”

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Una magia digitale, una fantasia tecnologica, che permette di leggere e comprendere la realtà presentata in cinque musei della Val Seriana. Basta un clic, collegarsi con il proprio tablet o telefonino all’installazione operativa all’interno dei musei, ed ecco che, come d’incanto, lo schermo del tablet e del telefonino diventano delle “finestre” aperte sulla storia. Mentre intorno gli oggetti della miniera, gli attrezzi contadini, le pietre coti o gli oggetti di arte sacra sono inanimati, bloccati sugli scaffali o nelle teche, ecco che attraverso il display multimediale gli stessi musei prendono vita, si animano, si raccontano, attraverso le voci di chi conosce quei materiali. Non attori professionisti, ma volontari, responsabili e conservatori dei musei, che si sono prestati a raccontare in un filmato il contesto storico in cui erano inseriti quegli oggetti o quegli attrezzi.

 

E’ questo il senso de “Il segreto della valle”, un progetto video di “realtà aumentata”, dove ci si illude di vedere il passato che si rianima, grazie alle voci dei protagonisti di allora (i volontari di oggi), che illustrano la realtà sociale ed economica in cui agivano certi artigiani, in cui venivano usati certi materiali. E chiaro il sottotitolo del progetto: “Un corto viaggio sentimentale nella storia e nei mestieri della Valle Seriana”, mediante una serie di filmati tematici nei musei del progetto “La Valle Seriana: un sistema che fa la differenza” (MAT di Clusone, Museo Etnografico dell’Alta Val Seriana di Ardesio, Museo Etnografico della Torre di Comenduno di Albino, ALT di Alzano e MUPIC (Museo delle Pietre Coti) di Nembro).

Il progetto, che vede in cabina di regia la cooperativa “La Fenice” di Albino, in collaborazione con il Comune di Albino, il Centro Studi sul Territorio “Lelio Pagani” dell’Università di Bergamo e l’associazione Promoserio, con il finanziamento della Fondazione Cariplo, rientra proprio nel progetto “Valseriana: un sistema che fa differenza”, che nasce con l’obiettivo di promuovere la gestione integrata dei beni culturali presenti sul nostro territorio attraverso la creazione di un sistema che ne garantisca la valorizzazione. Un progetto, peraltro, che gode del patrocinio della Giunta Provinciale e del sostegno della Fondazione Cariplo ed è frutto della collaborazione tra nove soggetti diversi per mission, natura giuridica e competenze, ma uniti dall’appartenenza geografica e dall’interesse a contribuire alla ripresa della nostra Valle: la capofila cooperativa sociale La Fenice, insieme ad altre due cooperative sociali, Chimera e Lottovolante, quattro Comuni – Albino, Nembro, Ardesio e Clusone – e due associazioni, ALT, Arte Lavoro Territorio e PromoSerio.

I beni coinvolti nel progetto sono molteplici: il quattrocentesco Convento della Ripa a Desenzano di Albino, Villa Regina Pacis e il Museo Etnografico della Torre ad Albino, lo spazio ALT, Arte Lavoro Territorio ad Alzano Lombardo, il MUPIC Museo delle Pietre Coti a Nembro, il MAT Museo Arte Tempo a Clusone e infine il MEtA Museo Etnografico dell’Alta Valseriana di Ardesio.

I cinque musei, il convento e la villa tardo settecentesca sono stati i

protagonisti di un piano comune di interventi che prevedevano in alcuni casi il riallestimento, in altri la manutenzione e la ristrutturazione di alcune parti.

Nello specifico si è proceduto a mettere in rete i cinque musei, si è tentato cioè di porre l’accento sull’interazione delle idee e sulla condivisione delle conoscenze che nella nostra storia sono state la premessa della crescita e dello sviluppo economico e sociale. Raccordare queste realtà e riunirle attorno a un unico tavolo di lavoro ha consentito di moltiplicare l’offerta e di renderla più articolata, suggerendo proposte nuove e fornendo risposte adeguate al turismo culturale oggi in crescita nella nostra Valle. La rete museale offre economie di scala e di specializzazione non soltanto rispetto ai servizi e alla logistica ma anche rispetto alla formazione e all’offerta culturale, sollecitando la creazione di percorsi unitari e di prospettive d’insieme, nel rispetto delle peculiarità di ogni museo.

Tra le proposte realizzate all’interno della rete, spicca proprio l’installazione di postazioni di “realtà aumentata”: in ognuno dei musei, infatti, attraverso un tablet (a disposizione dei visitatori all’ingresso) o con il proprio smartphone, è possibile accedere a contenuti digitali dedicati. Si tratta di brevi filmati, realizzati ad hoc, che propongono un “viaggio nel passato” diviso per capitoli, alla scoperta della storia e dei mestieri della Val Seriana: miniere dismesse, orologi antichi, vecchi telai, locande abbandonate… Davanti allo schermo la realtà prende inaspettatamente vita.

Accedendo dal proprio terminale multimediale a un contenuto video

differente a seconda della propria posizione, l’utente assiste a una video-narrazione inedita, modulare, composta da storie che si incastrano a formare veri e propri cortometraggi. Il risultato è un originale itinerario “cinematografico” che accompagna il visitatore a esplorare, con occhi sempre nuovi, luoghi a lui più o meno familiari seguendo il filo di un intrigante mistero storico tutto da scoprire.

Il viaggio si conclude sul sito dell’Associazione di promozione turistica della Valle Seriana, Promoserio (www.valseriana.eu), con l’episodio finale girato nelle sale dello Spazio ALT di Alzano Lombardo.

“Il progetto video di “realtà aumentata” è un esperimento – ha affermato il regista teatrale Paolo Bignamini, ideatore e realizzatore del progetto insieme a Tomaso Walliser – Il tentativo di rendere immateriali i beni materiali conservati e custoditi nei musei, facendoli parlare attraverso le “voci” dei loro utilizzatori di allora, sfruttando le potenzialità della multimedialità. Il display del tablet come finestra sul mondo di allora: un gioco digitale, per rendere più dinamico il museo in questione. In pratica, aprire una porzione di spazio in un altro tempo, animare il museo di oggi nell’epoca di allora. Ma c’è di più. Si è cercato anche di creare un legame tematico fra i cinque musei, un filo conduttore che li mettesse in rete, assommando i cinque filmati in una sequenza logica, n una storia inventata, ma plausibile. Speriamo di esserci riusciti”.

Nei dettagli, “Il segreto della valle: un progetto video di realtà aumentata”, è scritto e diretto da Paolo Bignamini e Tomaso Walliser. Le ricostruzioni visive sono di Daniela Ferrario; il suono di Walter Salimoos, mentre la coordinatrice di produzione è Marta Cassina. Gli “attori” sono Anita Aquilini – Antonio Bigoni – Stefania Bonomi Gianni Comotti – Franco Innocenti – Tullio Leggeri – Luca Parsani.

Le installazioni, come detto, si trovano presso: MAT – Museo Arte Tempo di Clusone (BG), MEtA – Museo Etnografico dell’Alta Valle Seriana di Ardesio (BG), MUPIC – Museo Pietre Coti della Valle Seriana, Nembro (BG), Museo etnografico “La Torre” di Comenduno di Albino (BG).

 

T.P.

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