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La crisi non deve essere un alibi per rallentare la transizione energetica

10 Novembre 2022
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A quando un assessorato alla Transizione Ecologica?
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Il mondo, e l’Europa in particolare, con in testa l’Italia, sta attraversando la peggiore crisi energetica degli ultimi cinquant’anni, che potrebbe tradursi presto in una altrettanto grave crisi economica e sociale, di cui si stanno vedendo già i primi strali (vedi “caro energia”, caro bollette” aumento delle materie prime, inflazione). Un allarmante intreccio di eventi: una vera e propria tempesta perfetta, che rischia di minacciare la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ad essere toccati non sono sole le famiglie e le aziende, ma anche gli enti locali, in particolar modo i Comuni. Nel contempo, stiamo subendo gli effetti, sempre più catastrofici, del cambiamento climatico in corso, tanto da essere di fronte ad una “nuova normalità”, caratterizzata da fenomeni meteorologici, e non solo, sempre più frequenti e dannosi.

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Nelle ultime settimane, poi, si è ipotizzato anche un imminente razionamento prima dell’energia e poi dell’acqua. Fatto unico nella storia recente, messo come linea finale dell’orizzonte autunnale. E’ certo che alla base di entrambe queste crisi c’è il fatto di aver puntato su un modello economico ed energetico fondato prevalentemente sul consumo di combustibili fossili e, per la maggior parte dei Paesi al mondo, soprattutto l’Italia, sulla graduale perdita di indipendenza in un settore strategico per la sicurezza nazionale come quello energetico (ben venga il Ministero della Sicurezza energetica del governo Meloni!)

Il legame profondo ed evidente tra la crisi energetica e quella climatica, invece di indurci a rallentare sulle politiche ambientali per concentrarci unicamente su soluzioni contingenti per affrontare caro bollette e shortage energetico come vorrebbero alcuni, dovrebbe al contrario unire gli sforzi per individuare e mettere in pratica soluzioni doppiamente vincenti, o win-win per gli amanti degli inglesismi, in grado di fronteggiare entrambe le crisi. Italy for Climate ne ha recentemente proposte tre di soluzioni win-win, prendendo spunto dal recente piano della Commissione Europea REPowerEU elaborato proprio per affrontare la crisi energetica in corso puntando proprio sulla transizione.

Il motto è: “La crisi non deve essere un alibi per rallentare la transizione energetica, ma un’opportunità per accelerare il cambiamento, facendo perdere pian pano quote di mercato ai combustibili fossili”.

Del resto, è proprio questo il messaggio da lanciare: Accelerare la transizione alle fonti rinnovabili quale unica soluzione possibile per superare la crisi energetica e garantire all’Italia una maggiore autonomia.

La differenza tra gli enormi problemi attuali e le straordinarie opportunità della transizione ecologica dipende dal punto di vista con cui la politica, le imprese e la società la vogliono affrontare. La transizione, infatti, non dipende solo da questioni economiche e tecnologiche, ma anche da un cambiamento culturale. Solo così si può contribuire ad affrontare la crisi climatica.

Il cambiamento climatico è la sfida più importante dei nostri tempi: la parola d’ordine è decarbonizzare, elettrificare, puntare sulle fonti rinnovabili, ridurre i rifiuti e limitare gli sprechi.

Non si deve affrontare la crisi energetica facendo un passo indietro nella lotta alla crisi del clima. Dobbiamo smettere di bruciare carbone, petrolio e gas: questo è l’unico modo di combattere la crisi climatica. L’Italia, però, deve muoversi, perchè è il Paese in cui le rinnovabili sono cresciute meno rispetto agli altri Paesi Ue.

Spetta al Ministero della Transizione ecologica fare passi forti, lavorando rispetto alle indicazioni date dalla comunità scientifica. E’ oltremodo necessario dotare l’Italia di una “legge sul clima”, perché il clima non è di destra o di sinistra, è il clima, e basta. Bisogna combattere la crisi energetica attraverso le fonti rinnovabili, facendo perdere quote di mercato al gas.

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