“La tredicesima ora”
Monologo a due voci di e per Cornelia “Mimma” Quarti, partigiana e scienziata
Sabato 30 novembre 2013, ore 20.45, nella Chiesa di San Bartolomeo, le Sezioni ANPI di Albino, Scanzorosciate e Valgandino propongono lo spettacolo teatrale “La tredicesima ora”. Brani e libere elaborazioni narrative di un’intervista del 1978 ripercorrono la vita di Cornelia “Mimma” Quarti, nata ad Albino nel 1923. Per Albino, e non solo, è l’occasione per riscoprire una straordinaria figura di donna della Resistenza, ma soprattutto è il primo passo di un percorso volto a ricordare, degnamente, l’intera famiglia Quarti, originari di Bergamo, albinesi presumibilmente dal 1879-1881 – nel 1891 nasce la prima figlia albinese – perché in quella data il capofamiglia Giovanni assunse l’incarico di custode della Roggia Serio. La famiglia lì visse fino al 9 marzo 1931, per cinquant’anni circa.
«Combattente antifascista, nota come Mimma. Nacque ad Albino (BG) da famiglia antifascista, la cui casa (a Bergamo, n.d.r.) fu centro di collegamento per l’organizzazione clandestina del gruppo Giustizia e Libertà e del comando generale del Corpo Volontari della Libertà; anche il fratello Bruno fu molto impegnato e stretto collaboratore di Ferruccio Parri. Cornelia Quarti iniziò giovanissima l’attività resistenziale a Bergamo, Milano, Pavia e in altre località, occupandosi in particolare, dopo l’8 settembre 1943, dell’espatrio dei prigionieri di guerra. Nel febbraio del 1944 fu arrestata a Bergamo ma, non completamente identificata dalla polizia fascista, potè uscire di prigione e riprendere l’attività partigiana. Agente della Special Force Alleata, svolse missioni in Svizzera e nell’Italia occupata, organizzando soprattutto la diffusione della stampa clandestina. Tali incarichi la misero a stretto contatto con i più alti esponenti della Resistenza, quali Ferruccio Parti, Sandro Pertini, Leo Valiani, Riccardo Lombardi. Dopo la Liberazione lavorò nella redazione de L’Italia Libera. All’attività di Cornelia Quarti, più tardi insignita del titolo di commendatore della Repubblica, si fa riferimento in numerose pubblicazioni sulla Resistenza. Sciolto il Partito d’Azione, riprese gli studi e si laureò in Medicina all’Università di Milano. Per compiere corsi di perfezionamento in Neuropsichiatria si trasferì a Parigi, ove rimase poi per tutta la vita. Nella capitale francese ottenne la libera docenza universitaria e l’alto riconoscimento della Legion d’Onore per meriti scientifici. Numerosi i suoi studi e saggi di carattere scientifico, tra cui, di maggior successo, Profession: parent (Paris, 1978). Morì a Parigi e fu sepolta a Scanzorosciate (BG), accanto alla madre, Maria Taino» (dal Dizionario biografico delle donne lombarde – Baldini e Castoldi, Milano 1995).
«Nell’autunno del ’44 io ho fatto qualcosa di speciale perché non c’era più nessuno che faceva il corriere con la Svizzera… a partire dal novembre ’44 non c’era più nessuno… tutti erano stati arrestati e molte volte fucilati sul posto, perché quando li prendevano che cercavano di varcare la Svizzera con dei documenti, in genere li fucilavano subito. E allora attraverso Valiani e la Special Force io sono diventata corriere con la Svizzera e da allora ho fatto esclusivamente quello […]. E lì mi sono successe delle cose abbastanza spaventose. Una volta… ci siamo sbagliati… alla frontiera c’era una specie di rete, che bisognava che il questurino svizzero sollevasse per lasciarmi passare… e una volta non so cosa sia successo… o il contrabbandiere si è sbagliato quella notte… perché si andava in piena notte, o il questurino svizzero non è arrivato… […] ed io ho dovuto passare la notte, con il freddo che faceva, in una specie di buca e con i tedeschi e i cani che percorrevano… con quei cani! Maledetti! Non lo sopporto ancora… sapete che quando vedo un cane, un cane lupo, io ho le mani che sudano, ancora adesso dopo trent’anni, talmente quella notte è stata spaventosa… perchè c’era la neve, e per grazia di Dio l’odore era diminuito… ma ogni tanto passavano veramente mica distanti… io ero nella buca coperta di neve, mi ero coperta di neve apposta perché l’odore non venisse fuori… Finalmente, quando i questurini hanno fatto la loro ronda mi hanno vista» (da Intervista a Cornelia “Mimma” Quarti, Fonoteca Isrec, brano letto da Angelo Bendotti al suo funerale). Notizie su questa famiglia, per ora, si possono trovare in Angelo Bendotti, I giorni alti, Isrec, Il filo di Arianna, 2011.
Angelo Calvi , Mauro Magistrati






