Paola Benigni, 65 anni, sposata con due figli, è il capogruppo del gruppo consiliare civico di minoranza “ENERGIE IN ALBINO”. Laureata in economia con un passato professionale in ambito bancario, ora svolge consulenze gestionali per piccole-medie imprese. Tra i suoi interessi, qualche irrinunciabile lettura e saltuarie incursioni sulla tastiera di un vecchio e magico pianoforte.
Come si è avvicinata alla vita politico-amministrativa?
Nella tornata amministrativa retta dal centro-sinistra avevo già ricoperto ruoli istituzionali: vicepresidente della Fondazione Honegger Onlus e amministratore unico e liquidatore della Nord Servizi Comunali srl. Inoltre, ho sempre partecipato con passione ai gruppi di lavoro dei progetti civici. La mia candidatura a sindaco alle elezioni 2024 è nata proprio su uno di quei tavoli.
Un commento sulle elezioni dello scorso anno, …
Abbiamo perso al primo turno, mancando il ballottaggio per una manciata di voti. Peccato. Già, subito, dopo il nostro insediamento sui banchi della minoranza, abbiamo percepito che saremmo stati una buona guida per Albino, portando una ventata di novità e una visione di città più inclusiva. Un grande rammarico per l’elevata astensione. Il 38% dei cittadini ha rinunciato a un’espressione di libertà e democrazia. È qui che si deve lavorare per il futuro.
Quale è lo “stato di salute” dell’amministrazione comunale di Albino?
Riportiamo qualche evidenza dal rendiconto 2024 presentato in consiglio comunale a fine aprile. Nonostante un avanzo superiore ai 4 milioni di euro, in linea con i precedenti esercizi, il margine gestionale tipico ha registrato una netta flessione, passando da 541.000 euro a –144mila euro. Un segnale di minore efficienza nella gestione delle risorse. Tra l’altro, dati ministeriali confermano che la spesa corrente pro-capite di Albino è stabilmente superiore negli anni rispetto a quella di altri Comuni nella stessa fascia di popolazione. Il sindaco, poco avvezzo alle critiche, ha replicato che ciò potrebbe essere dovuto a servizi migliori. Di certo, occorre un supplemento d’indagine per verificare che non ci siano invece sprechi da affrontare con tempestività. L’amministrazione di centro-destra ha premuto molto sulla leva fiscale, nonostante il motto tanto caro da quelle parti: “Non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini”. Nel 2024 le entrate per addizionale IRPEF, IMU e TARI hanno raggiunto i 6,7 milioni di euro. Nell’arco di cinque anni il prelievo fiscale pro-capite è cresciuto del 26%, in parte per gli aumenti deliberati nei due mandati Terzi: aliquota media IRPEF +53% e aliquota IMU +17%. Anche a seguito di nostre pressioni, quest’anno è stata introdotta una fascia d’esenzione IRPEF per i redditi fino a 12.000 euro, un primo passo verso una maggiore equità fiscale. Altra importante fonte di entrata per un’amministrazione poco attenta al consumo di suolo è rappresentata dagli oneri di urbanizzazione: 1,3 milioni di euro nel 2024, quasi 5 milioni negli ultimi 5 anni. Più di un terzo destinato a finanziare spese in parte corrente (stipendi, servizi, manutenzioni ordinarie). Una pratica possibile, ma non raccomandabile per motivi di sostenibilità finanziaria e coerenza con la finalità degli oneri stessi. Queste risorse dovrebbero finanziare opere pubbliche necessarie per sostenere il maggiore carico urbanistico derivante da nuove costruzioni o ampliamenti, non per tappare i buchi del bilancio corrente.
Come si sta comportando l’attuale amministrazione? Un giudizio sui risultati fin qui ottenuti.
Amministrare una città come Albino non è facile. Occorre, però, riconoscere al nostro sindaco una grande determinazione, qualità che apprezziamo e che aiuta ad affrontare situazioni complesse. Tra queste, la trasformazione ormai in dirittura d’arrivo della Servizi Sociosanitari Val Seriana srl in Azienda Speciale. Il nuovo Ente gestirà in forma associata i servizi sociali dei 18 comuni d’Ambito. Un passaggio cruciale per superare le difficoltà gestionali, ma non solo, degli ultimi anni. Il nostro auspicio è che riemerga un clima di fiducia trasversale tra la politica, l’organo amministrativo, la direzione e il personale. Solo così questa realtà potrà ridiventare un modello di eccellenza al servizio dei cittadini più fragili.
Quali gli errori fin qui commessi dalla giunta comunale?
L’errore principale è avere sottovalutato, almeno finora, il nostro potenziale apporto alla costruzione del bene della comunità. Siamo molto presenti sui vari temi sottoposti al vaglio del consiglio comunale e questo richiede un grande impegno. Eppure, proposte ragionevoli presentate anche tramite interpellanze e mozioni sono state respinte. Citiamo, ad esempio, la richiesta di ripristinare alcuni servizi sociali tagliati perché ritenuti “non essenziali”; gli emendamenti al bilancio di previsione che avrebbero contribuito a migliorare il decoro della città e ad accrescerne la sostenibilità ambientale; la richiesta di rivedere la nomina della “commissione per il paesaggio” per potenziali conflitti di interesse; e totale assenza di rappresentanza femminile tra i membri effettivi. Altro inciampo della giunta è stato il dietrofront sull’infopoint, un investimento da 350.000 euro che abbiamo contrastato anche con un emendamento al bilancio, bocciato, ma che ha aperto gli occhi ai consiglieri di maggioranza.
Come sta lavorando IN ALBINO? Su quali temi? La novità, rispetto al passato, è che la rete civica sta tenendo. Aiuta l’avere una sede accogliente, il cui costo è coperto dalle donazioni di molti sostenitori. Il coordinamento e diversi tavoli tematici assicurano un prezioso sostegno a noi consiglieri. Uno dei temi in discussione è la variante generale al PGT. Negli ultimi anni, la superficie urbanizzata di Albino è cresciuta di oltre 200.000 mq, impermeabilizzando un’area importante ed accrescendo il rischio idrogeologico. La nostra linea è che occorra orientarsi verso un consumo di suolo tendente allo zero, non per questioni ideologiche, ma sulla base di elementi oggettivi: declino demografico, patrimonio di case non occupate (ben il 25%), presenza di importanti aree da rigenerare. Il territorio potrebbe essere un potente strumento politico di riduzione delle disuguaglianze attraverso la tutela del suolo e del tessuto sociale.
Rapporto con la maggioranza amministrativa? Dialogo? Confronto? Chiusura?
Nonostante le difficoltà, a cominciare da un presidente del consiglio comunale forse non all’altezza del ruolo, come si è mostrato anche nell’ultima seduta, i nostri tre gruppi consigliari In Albino, Futuro in Comune ed Energie in Albino cercano da sempre un dialogo costruttivo. Alcuni esempi. Abbiamo promosso un tavolo di lavoro con i consiglieri di maggioranza, aperto anche a esperti esterni, per dar vita a una CER Comunità Energetica Rinnovabile. Uno strumento che coglie in pieno le linee del nostro programma elettorale: sostenibilità sociale, ambientale, economica. Dopo non poche titubanze da parte della maggioranza, si è arrivati all’adesione alla Fondazione Sinergia, votata all’unanimità in consiglio comunale. Altra iniziativa è una guida ai parchi cittadini elaborata all’interno dei nostri gruppi. Accolta con favore, sarà divulgata attraverso l’ufficio turistico. Poi, abbiamo proposto la revisione del regolamento del consiglio e dello statuto del Comune per sistemare alcuni errori e introdurre un maggior rispetto della parità di genere (la commissione istituzioni ci sta lavorando). Insomma, pensiamo che la strada per poter realizzare almeno in parte quanto avevamo previsto in caso di vittoria sia quella di costruire unità d’intenti con i consiglieri di maggioranza.
Quali le “battaglie” che state portando avanti?
“Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra”, diceva Papa Francesco. Quindi, non “battaglie”, ma itinerari pacifici e di dialogo che portino a una città migliore. Pensiamo a iniziative in campo sociale, ma non solo, da costruire con la nostra rete, con i giovani, vera forza del progetto civico, con le associazioni che ci staranno e da condividere poi con la maggioranza. L’idea di fondo è partire sui binari di un pensiero e di una progettualità condivisa, per arrivare ad una forma di amministrazione condivisa, superando le logiche della delega in bianco e dei contributi a pioggia (ben 445.000 euro nel 2024, +55% rispetto al 2023). Il volontariato, l’associazionismo e i gruppi informali devono riappropriarsi di un ruolo di primo piano in quanto risorse fondamentali per il benessere della comunità.
…insomma, che futuro ha Albino con questa maggioranza?
Buono. A patto che impari ad ascoltare con favore le minoranze. E il futuro sarà ancora più roseo, quando i cittadini torneranno a credere nella politica, quella vicina, quella capace di generare speranza.









