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Restauri conservativi della facciata della chiesa di San Giuliano

10 Ottobre 2022
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Restauri conservativi della facciata della chiesa di San Giuliano
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Una chiesa più bella, elegante, rifinita, ma soprattutto più decorosa, come si conviene ad una struttura religiosa. E’ quello che si augura la comunità parrocchiale di Albino, che da alcune settimane vede ingabbiata da ponteggi e protetta da teloni di plastica la facciata della chiesa prepositurale di San Giuliano, che si è sottoposta ad una serie di restauri conservativi. Chiaro l’obiettivo: riportare all’antico splendore una facciata che ormai evidenziava il peso degli anni e gravi segni di decadimento strutturale, degradata in più punti e ammalorata sotto i colpi degli agenti atmosferici.

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Logico, quindi, un intervento di restyling e risanamento strutturale, ormai non più rimandabile. Così, forte dell’ok operativo dato dal Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, del parere favorevole della Soprintendenza e della Curia di Bergamo, ma soprattutto del “bonus facciate” valido anche per le strutture religiose, la parrocchia di San Giuliano ha dato il via ai restauri conservativi, chiamando in cabina di regia progettuale l’arch. Chiara Milesi di Alzano Lombardo.

Per la cronaca, l’intervento non ha bisogno dell’autorizzazione paesaggistica, in quanto è un’opera di restauro conservativo che non altera l’aspetto esteriore dei luoghi, ma procede al ripristino dello stato originario del bene.

“Un intervento quanto mai atteso dalla comunità di Albino – spiega il prevosto don Giuseppe Locatelli – Un intervento non più procrastinabile, per una facciata che ormai lamentava troppe problematiche, sia di natura strutturale sia di natura artistico-architettonica. Grazie al “bonus facciate” l’intervento impegna le casse parrocchiali per la cifra di 140.000 euro. Stante le modalità di intervento e il tempo meteorologico, stiamo andando verso l’inverno, la consegna dei lavori dovrebbe attestarsi nei primi mesi dell’anno”.

“Il degrado dell’immobile è stato causato da vari fattori – sottolinea l’arch. Chiara Milesi, progettista e direttore dei lavori – Innanzitutto, cause intrinseche, legate alla natura dei materiali, ad eventuali difetti di posa in sede cantieristica e ad una scorretta manutenzione nel corso degli anni. Inoltre, cause naturali, generate principalmente da fattori meteorologici, come umidità, irraggiamento solare, aggressioni biologiche ed antropiche, quali l’inquinamento atmosferico ed atti di vandalismo”.

In effetti, sia il pronao che la facciata lamentano tante problematiche. Il pronao, per esempio, a causa dell’umidità di risalita, manifesta esfoliazione delle pellicole pittoriche e distacco con caduta di parti di intonaco. Inoltre, nelle parti alte, si riscontrano diversi rappezzi e rifacimenti con malte a legante cementizio, che non hanno le stesse caratteristiche di finitura delle superfici originali. Si rilevano, poi, macchie da pregresse infiltrazioni di acqua dalla copertura, microfessurazioni e rigonfiamenti. E tutte le superfici risultano interessate da un diffuso deposito di polvere che ha annerito il colore originale, e da segni di natura organica, guano soprattutto, un problema già affrontato mediante l’installazione di sistemi dissuasori anti-volatili (spilli in acciaio)

Anche la facciata è interessata da fenomeni di degrado generalizzati, come deposito di materiali di varia natura dovuti all’azione dell’inquinamento ed agenti atmosferici, che si manifestano come incrostazioni, soprattutto nei sottosquadra dei cornicioni. Le superfici intonacate delle campiture e delle modanature, poi, sono interessate da diffuse presenze di microcavillature, causate dalla scarsa elasticità dell’impasto a base di legante cementizio. Si osservano, inoltre, fessurazioni e distacchi di materiale, soprattutto nella porzione centrale della facciata, in corrispondenza del cartiglio decorativo dell’arco e della cornice stessa.

Problemi anche per la zoccolatura della facciata e le basi delle colonne, realizzate in Pietra di Sarnico (si pensi che le basi delle colonne sono state già sostituite in passato, in quanto quelle preesistenti completamente logorate). Ad oggi le basi presentano problemi di scagliatura degli strati superficiali della pietra e la zoccolatura risulta molto disgregata, tanto da far perdere la lettura della sagoma. Fessurazioni anche sui gradini della scala antistante il pronao.

L’intervento di restauro conservativo vede impegnata la ditta “La Torre Restauri” di Antonio Moretti di Torre Boldone, che provvederà con un intervento “mini-invasivo”. Per la realizzazione dei ponteggi Edilnova; come CSP/CSE (coordinatore per la sicurezza della progettazione e della esecuzione) il geom. Giordano Nicoli; per gli impianti elettrici Fabio Locatelli.

Per il pronao, in particolare, rimozione degli intonaci cementizi ammalorati per permettere il successivo trattamento ciclo deumidificante; e la rimozione di depositi superficiali e materiali incoerenti tramite spolveratura, come pure di tutti gli elementi metallici (perni, grappe, staffe, chiodi), inseriti negli anni. E soprattutto rimozione della pellicola pittorica di tempera sintetica ammalorata. A seguire, il consolidamento con microiniezioni di malta idraulica, previa sigillatura delle fessurazioni; incollaggi, imperniature e stuccature; integrazioni di parti mancanti; e revisione cromatica.

Per la facciata, dopo il necessario preconsolidamento e la pulitura la mediante l’asportazione di tutti gli elementi di disturbo (polveri, malte e stuccature precedenti, depositi organici, materiali metallici, croste), si interviene con un consolidamento strutturale delle fessurazioni tramite inserimento di elementi di rinforzo (barre in acciaio inox, barre in vetroresina), fissaggi con apposita resina, microiniezioni di malta idraulica; ed integrazioni di parti mancanti al fine di restituire l’unità di lettura dell’opera o ricostituire parti architettoniche strutturalmente ammalorate. Da ultimo, una generale revisione cromatica, mediante velature a base di latte di calce pigmentato e patinature ad acquerello

Il 2023, dunque, consegnerà alla comunità di Albino la rinnovata facciata della chiesa di San Giuliano. Una struttura imponente, accentuata dalla sporgenza dell’avancorpo centrale del pronao, sorretto da quattro colonne in muratura con capitelli in stile ionico, mentre ai lati due aperture con sovrastante lunetta corrispondono agli ingressi laterali. il pronao è alzato di tre gradini in pietra rispetto al sagrato. La parte inferiore della facciata è unita a quella superiore con un architrave, al di sopra del quale, nella porzione centrale si imposta un loggiato con ampia apertura ad arco, e sul fondo del loggiato si trova la finestra che illumina la navata centrale. Nel loggiato era stato collocato un gruppo scultoreo di Giacomo Manzoni, rimosso nel 1969. La sommità della facciata è completata da un timpano che il progetto dell’architetto Antonio Preda (1892) prevedeva decorato con mezzi busti. Sul fastigio c’erano le statue scolpite nel 1928 da Giuseppe Siccardi in pietra arenaria di S. Gottardo, rimosse nel 1955 perché rovinate.

“Durante il restauro della facciata – continua l’arch. Chiara Milesi – si interverrà anche sul muro posto a destra del sagrato, tramite il risanamento dell’umidità di risalita, la rimozione e il ripristino dell’intonaco ove necessario e la successiva tinteggiatura con velature di colore. Contestualmente verrà modificato l’impianto di illuminazione della facciata, con la posa di nuovi corpi illuminanti, e saranno ricollocati i dissuasori anti-volatili costituiti da spilli in acciaio, al fine di proteggere la facciata dall’azione degli uccelli”.

 

T.P.

 

 

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