Cinquantadue anni, commercialista, ex-sindaco di Vertova ed ex-Presidente dell’assemblea della Comunità Montana e componente della Commissione Sviluppo della Provincia di Bergamo, ora presidente del Comitato di Indirizzo e controllo strategico di Uniacque e membro del Consiglio di Amministrazione di Ubi Banca, è salito alle cronache per essere il promotore e il presidente del Comitato per il prolungamento del tram da Albino a Vertova. Un uomo impegnato, appassionato, sempre disponibile, che ha a cuore la sua terra, il bene della sua comunità.
Da cosa nasce questa passione per la “cosa pubblica”?
E’ una passione che mi accomuna a tanti amministratori locali. Non ho ambizioni nel campo della politica e apprezzo chi agisce veramente per il bene comune senza alcun preconcetto legato ad uno o ad un altro partito. Chi lavora bene ed a favore della comunità ritengo vada elogiato senza pregiudizi, indipendentemente dal colore politico.
Lei è stato più volte anche in passato promotore di iniziative che hanno raccolto consensi in modo trasversale da parte di tutte le parti politiche. Ricordo nel 2012 la “Lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti” che fu condivisa da oltre 150 sindaci della provincia di Bergamo e poi da oltre 440 sindaci di tutta Italia con il successivo incontro al Ministero a Roma, insieme ad altri quattro sindaci nazionali; la manifestazione a Bergamo dei sindaci contro il patto di stabilità che opprimeva i Comuni; la lettera aperta ai parlamentari sulla sicurezza, che chiedeva misure più rigide e certezza della pena per i furti nelle abitazioni, condivisa dai 38 sindaci seriani ed il successivo incontro a Roma col Ministro dell’Interno Alfano; la creazione di una commissione per la costituzione di un Comune unico nella Media Valle Seriana. A cosa si deve questa trasversalità?
Chi vuole fare carriera politica si deve necessariamente legare ad un movimento o partito altrimenti non può arrivare da nessuna parte. Siccome, come ho già detto, non ambisco a fare il “politico” non sono legato ad alcun partito e così posso esprimere le mie convinzioni senza alcun vincolo o limitazione, mettendo in quello che faccio impegno, caparbietà, ma soprattutto cuore e passione. Credo che chi mi conosce questo lo percepisca immediatamente e mi segue.
Questa generosità le crea anche qualche nemico?
Personalmente, questa è la cosa che più mi fa soffrire. Ma è inevitabile. Per carattere vorrei sempre che qualsiasi cosa fosse discussa, anche a lungo, ma che poi, usando la ragione e il buon senso, tutto si potesse chiudere con serenità, anche qualora ci siano visioni divergenti. Purtroppo spesso, soprattutto quando si assumono incarichi pubblici, non è così.
Lei ha anche vissuto vicende personali particolarmente crude, che incidono drammaticamente sulla vita delle persone; mi riferisco alla morte della moglie per tumore con due figli minori, circa dieci anni fa, ed alla sua successiva stessa terribile malattia circa cinque anni fa. Cosa le hanno lasciato?
Da qualsiasi vicenda difficile se ne esce sempre rafforzati. Le chemioterapie, la conseguente perdita dei capelli, le paure, le preoccupazioni per i figli, le illusioni, le disillusioni, tutte queste sono fasi che chi ha vissuto l’esperienza del tumore, e purtroppo sono molti, le sperimenta. Io ho avuto la fortuna di poterle vivere da vicino a fianco di mia moglie e poi personalmente, e vi assicuro che non è la stessa cosa. Quando rivivi le stesse situazioni vissute pochi anni prima ti rendi conto che quando le avevi vissute accanto ad altri credevi di capire, ma in realtà non capivi, non potevi capire. Solo quando queste emozioni le vivi personalmente, sulla tua pelle, le puoi capire.
Quando si era ammalato era già un personaggio molto conosciuto, ma non ha mai avuto paura a dire pubblicamente che aveva un tumore. Ora sta bene. Spesso, però, i personaggi pubblici tendono a voler nascondere o minimizzare la malattia. Perché lei non l’ha fatto?
Ci sono due modi per affrontare la malattia: combatterla a viso aperto o con paura e remissione. Mi consenta di citare alcune frasi di una canzone bellissima di Roberto Vecchioni, che a sua volta ha vissuto queste esperienze e che amo moltissimo, dal titolo “Ho conosciuto il dolore”: “…ho conosciuto il dolore, di persona s’intende, e lui mi ha conosciuto, siamo amici da sempre, io non l’ho mai perduto, lui tanto meno… Ho conosciuto il dolore e mi è sembrato ridicolo, quando gli dò di gomito, quando gli dico in faccia: “ma a chi vuoi far paura?”. Poi l’ho fermato in un bar, che neanche lo conosceva la gente; l’ho fermato per dirgli: “Con me non puoi niente!”. La canzone conclude in questo modo: “Ti ho conosciuto dolore in una notte d’inverno, una di quelle notti che assomigliano a un giorno. Ma in mezzo alle stelle invisibili e spente io sono un uomo… e tu dolore conti meno di niente”. (Vecchioni usa un termine più colorito, che ometto).
D’accordo! Lei, per rimanere a una canzone di Vecchioni, “ha affrontato la vita a muso duro”, ma rimane il fatto che dieci anni fa si è trovato da solo con due figli piccoli e mille impegni professionali e amministrativi da portare avanti…
Due anni dopo mi sono risposato. Mia moglie mi segue splendidamente sia nel lavoro che in ogni mia iniziativa, i figli nel frattempo sono cresciuti ed ora iscritti all’Università. Io sono un credente e, quando ti trovi a doverti confrontare, faccia a faccia, con la morte, ti rendi ancor più conto che la vita comunque sia è breve e che prima o poi dovrai lasciare tutto. Quello che resterà di te può essere solo il bene che hai fatto per la tua famiglia e per gli altri. Tutto il resto verrà cancellato!
L’ultimo suo impegno è la presidenza del Comitato per il prolungamento del tram da Albino a Vertova. Cosa si aspetta?
Credo che in questa iniziativa si possano concentrare un po’ tutte le domande e le risposte fornite in precedenza: passione per la cosa pubblica senza alcuna ambizione politica, trasversalità dell’iniziativa, lotta caparbia contro le difficoltà, volontà di lasciare qualcosa di importante ai figli e alla gente della Valseriana e magari anche qualche nemico, è inevitabile.
Qual è il suo sogno nel cassetto?
Direi proprio il prolungamento del tram da Albino a Vertova. Ma ormai non è più nel cassetto, perché l’abbiamo tirato fuori e, se tutti faranno la loro parte, non sarà più neanche un sogno.
Tiziano Piazza