San Patrizio: bisogna rilanciarne il culto fra i giovani
Risalendo la Media Valle Seriana, all’altezza di Colzate, è impossibile non scorgere, arroccato in posizione panoramica, alle pendici del monte Cavlera, il santuario di San Patrizio. La sezione più antica della chiesa, il sacello, risale al XIV secolo. Il sagrato, la rampa di accesso e la cappelletta di S. Lucio furono invece realizzate verso la fine del ‘500. Internamente al santuario piccolo (sacello) sono presenti alcuni affreschi votivi risalenti ai secoli XV e XVI, mentre il santuario grande presenta la tipica pittura scenografica che trasforma le superfici architettoniche in sfondati illusionistici, come era nel gusto della cultura settecentesca.
Ebbene, in passato, il santuario di San Patrizio faceva parte della Parrocchia di Vertova, ma successivamente venne acquisito dalla Parrocchia di Colzate al momento della sua istituzione. Il 14 febbraio 1920, infatti, con decreto del vescovo di Bergamo mons. Luigi Maria Marelli nacque ufficialmente la nuova Parrocchia di Colzate, per smembramento della Parrocchia di Vertova; il motivo di tale decisione era la distanza dalla chiesa madre di Vertova e i conseguenti disagi nel raggiungere la stessa, attraverso strade a quell’epoca tutt’altro che comode.
I confini della nuova Parrocchia erano corrispondenti a quelli dello stesso Comune di Colzate, di conseguenza anche il santuario di San Patrizio iniziò a farne parte. La reazione e il malumore dei vertovesi furono immediati e talmente forti che l’allora vescovo di Bergamo dovette provvedere con un secondo decreto, disponendo che i paesi di Vertova e Colzate celebrassero il Santo in due giornate differenti. Ancor oggi la commemorazione di San Patrizio avviene a Colzate il 17 marzo e a Vertova la seconda domenica di settembre.
Questo lungo excursus, che certamente non fa male (i Latini dicevano “repetita iuvant”, ripetere le cose aiuta), soprattutto alle nuove generazioni che difficilmente conoscono queste storie locali, ci porta a dire che anche quest’anno, lo scorso 8 settembre, come ormai capita da tanti anni, con forti richiami religiosi e devozionali, la comunità di Vertova ha reso grazie al Santo, proprio presso il Santuario, attraverso una S. Messa solenne, celebrata alle ore 10.30 e animata dalla “Corale Santa Cecilia” di Vertova, che si è esibita con brani di ordine sacro.
All’esterno della piccola chiesa, poi, si è assistito ad un piacevole intrattenimento musicale, che ha visto impegnato il Corpo Musicale di Vertova, diretto dai maestri Danilo e Roberto Belotti e Paolo Rinaldi.
Anche in questa occasione si è potuto constatare come i vertovesi abbiano partecipato con la consueta devozione alla ricorrenza di San Patrizio, mettendosi in cammino per pellegrinaggi, anche a piedi, verso il Santuario. Ma attenti, chi erano i pellegrini? Non certo le nuove generazioni, segno che il culto del Santo col passare degli anni si è purtroppo affievolito e, se ancora vede una partecipazione ottimale degli adulti e degli anziani, bisogna avviare una sensibilizzazione fra i giovani del paese, per rilanciare la figura del Santo.
Intanto, noi, da queste pagine, ci proviamo. Eccone una scheda informativa. San Patrizio, universalmente conosciuto per essere il patrono d’Irlanda, nacque in Scozia nel 387, in una famiglia di nobili Romani; all’età di 14 anni venne però rapito da alcuni pirati che lo deportarono in Irlanda, dove lavorò come schiavo. L’Irlanda era a quei tempi una nazione pagana, dominata dai Druidi, e Patrizio fu costretto a impararne la lingua e i costumi. La sua forte fede cristiana lo aiutò tuttavia a superare gli anni di prigionia, dai quali infine riuscì a fuggire; diventò sacerdote e quindi vescovo, e per 40 anni svolse opera di canonizzazione, richiamando a sé molti discepoli e aiutando molte persone nella conversione al cristianesimo. Trascorse i suoi ultimi giorni nella città di Saul, dove morì nel 461. Il simbolo associato a San Patrizio, che divenne negli anni anche l’emblema d’Irlanda, è il trifoglio, di cui si serviva durante la predicazione per spiegare al meglio il concetto della S.S. Trinità.
Silvia Pezzera






