San Patrizio, le origini e la Chiesa Grande
ORIGINI INCERTE
Già nel 1772 un tal Carlo Maria Morandi, reggente del Santuario di San Patrizio, era curioso di sapere perché e quando fosse nata tra gli antichi abitanti di Vertova la devozione a San Patrizio d’lrlanda. Afferma nelle sue memorie di non aver trovato traccia né nei documenti né nella memoria delle persone più anziane del paese di una qualche spiegazione. Tuttavia un giorno, discorrendo con un uomo di cultura, probabilmente il prevosto Astori, ottenne una spiegazione arguta che lo lasciò molto soddisfatto. A Vertova terra di antica negotiotione vi erano allora, e vi sono tuttora, molte famiglie che portano il cognome Bernini. Questo cognome deriverebbe dal soprannome “lbernino” affibbiato dalla gente a un qualunque vertovese recatosi in lrlanda (lbernia) per il commercio dei panni lana o a qualche irlandese che lasciando la sua patria si sarebbe trasferito a Vertova, portando con se il culto di San Patrizio. Una prima Santella o Statua sarebbe stata edificata per ringraziare il Santo avendo protetto questo misterioso viaggiatore in un qualche pericolo corso lungo il viaggio.
LA CHIESA GRANDE DI SAN PATRIZIO
L’erezione della Chiesa grande di San Patrizio risalirebbe, facendo affidamento sulle carte d’archivio, agli anni 1590-1625. In contemporanea vennero edificate la sacrestia, la stanza del romito, la sala dei sindaci e la sala della confraternita dell’Angelo Custode. La Chiesa grande non mantenne l’orientamento classico est-ovest, proprio dell’oratorio trecentesco, ma presenta l’ingresso a meridione e l’abside a settentrione. La navata unica, voltata a botte con lunettature e illuminata da quattro oculi, è scandita da paraste che definiscono e sorreggono le membrature perimetrali. Quattro gradini in pietra locale conducono al presbiterio quadrangolare; questo è voltato a crociera e riceve luce da un’ampia finestra rettangolare. La sobrietà della linea architettonica è compensata dalla profusione delle opere pittoriche ad affresco. E’ interessante notare come nella chiesa grande di San Patrizio l’architettura e la decorazione dialoghino in maniera differente a seconda dell’epoca dei diversi interventi pittorici. Il ciclo pittorico del vano presbiteriale risulta essere il più antico. Risalirebbe agli anni 1590-1605 e sarebbe riconducibile alla mano di G.Paolo Cavagna.
La narrazione è contenuta in cornici dipinte che assecondano lo spazio e l’architettura:
– MIRACOLO Dl SAN PATRIZIO. La scena descrive l’improvviso divampare del fuoco che San
Patrizio volle contro la potenza di druidi e stregoni di re Leogario nella notte di Tara.
– APPARIZIONE DELL’ANGELO A SAN PATRIZIO.
– SAN MAURO ABATE E IL SANTO RE DAVIDE.
– QUATTRO ANGELI DELLA VOLTA.
– ANGELI ORANTI AI LATI DELLA PALA D’ALTARE.
– L’ANNUNCIAIZIONE ALLA VERGINE sull’arco santo, rivenuta nei recenti restauri.
Il ciclo pittorico cosiddetto degli apostoli sarebbe irnmediatamente successivo agli affreschi del presbiterio e risalirebbe ai primi anni del Seicento. Tali figure monumentali, prima dell’integrazione pittorico-scenografica del ‘700, dovevano apparire isolate e solenni a scandire lo spazio architettonico della navata. Si noti che le figure di San Pietro e San paolo (che sostituisce l’apostolo Giuda Taddeo) dovevano inizialmente essere dove ora sono collocate la nicchia con la statua di San Patrizio e la porta della sacrestia (in passato ivi era collocato il pulpito). Appaiono oggi nel magnifico affresco della volta denominato “Gloria di san patrizio”.
Il Ciclo delle storie di San Patrizio risale invece al 1700 e partendo dalla parete di sinistra è così articolato:
– Nascita di San Patrizio.
– San Patrizio schiavo e pastore di pecore.
– San Patrizio ordinato sacerdote dallo zio materno, San Martino diTours.
– San Patrizio consacrato Vescovo da Papa Celestino, a Roma nel 431-, che lo manda a
convertire l’lrlanda.
– San Patrizio scaccia i demoni.
– Morte di San Patrizio.
Ultimo tassello che concluse la superba decorazione pittorica della chiesa fu l’estrosa decorazione senografico-architettonica settecentesca (trompe l’oeil) che non valorizza più le linee architettoniche ma tende a superare e smembrare il limite del contenitore murario verso vedute surreali, squarci di cielo e visioni celestiali. lncorniciato da colonnette, mensole e volute ammiriamo sulla volta un affresco di circa 45 mq che rappresenta l’apoteosi di San Patrizio, cioè la sua glorificazione e avvicinamento alle tre persone divine: Padre, Figlio e Spirito Santo. Merita inoltre di essere citata la bella pala d’altare di Francesco Cappella raffigurante San Patrizio, San Mauro Abate, San Gregorio Barbarigo e l’angelo custode. Questa andò a sostituire entro l’ancona lignea seicentesca la “Madonna in trono con santi” del Talpino (Enea Salmeggia) che oggi possiamo ammirare nella Chiesa Prepositurale di Vertova. Riconducibile alla bottega dei Caniana è invece il vigoroso simulacro ligneo di San Patrlzio, posizionatdentro una nicchia in “cornu evangelii”.






