Grande festa quest’estate per la comunità di Vall’Alta, durante i festeggiamenti per la solennità dell’Apparizione della Madonna di Altino. Per una sera (quella del 18 luglio) le panche del santuario della Madonna di Altino erano rivolte verso la prima arcata della navata laterale di destra, con le persone a dare il fianco sinistro all’altare. Motivo? La presentazione alla comunità parrocchiale del dipinto di Gian Paolo Cavagna “La Pentecoste”, restaurato in vista della festa mariana del 23 luglio. Un’opera riportata al suo antico splendore, ma soprattutto collocata in un luogo più consono, in grado di conservarne la sua integrità ed essere ammirato in tutta la sua bellezza.
“E’ un quadro che andava tempestivamente recuperato, ammalorato com’era soprattutto nella parte bassa – ha esordito il parroco don Gianluca Colpani, presentando la cerimonia di inaugurazione della tela restaurata – Grazie al contributo del Comune di Albino e del Consorzio BIM siamo subito intervenuti. Certo, era evidente la necessità del restauro, ma era doveroso conservarlo perché è un patrimonio della comunità, quale segno di rispetto per chi c’era prima di noi”.
“Non potevamo non sostenere il restauro – ha aggiunto il sindaco di Albino Daniele Esposito – Abbiamo agevolato l’intervento con un contributo di 4.000 euro. Del resto, il santuario di Altino è un monumento di pregio, caro alla comunità albinese”.
L’intervento ha visto impegnata la restauratrice Donatella Borsotti, 59 anni di Bergamo, con laboratorio a Ponte San Pietro. “Il primo restauro è del 1903, ad opera dell’Accademia Carrara, poi altri fra gli anni ’50 e ’80 – ha sottolineato Borsotti – Nei vari spostamenti di collocazione nel santuario, la tela ha ricevuto urti, che hanno provocato tagli e lacerazioni, mente l’umidità ha fatto il resto. Il restauro ha riguardato dapprima il consolidamento del telaio, molto degradato; la ricucitura del reticolo della tela; la pulitura e la stuccatura; e l’integrazione pittorica, con interventi sul colore, soltanto nei punti di criticità. Con sorpresa, si sono notate delle modifiche pittoriche attuate dal Cavagna in corso d’opera, che abbiamo lascito inalterate”.
“La Pentecoste” del Cavagna, rappresentante la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e gli Apostoli, arrivò al santuario, da Bergamo, il 4 maggio 1598. “All’inizio, venne posta sull’altare maggiore dell’antico santuario – ha affermato Marco Nodari, organista e autore della ricerca sulla tela – Vi rimase fino al 1865, quando al suo posto venne collocato il gruppo statuario del “Miracolo dell’Apparizione”. Poi, la tela subì vari spostamenti, soprattutto dopo la costruzione dell’attuale santuario, negli anni ’30: prima, nella navata laterale di destra; poi, nel 1996, nella nuova penitenziaria. Il tempo, però, ha dimostrato che non era un luogo adatto e, quindi, è stata sottoposta ad un restauro conservativo”
“E’ un dipinto che chiaramente evoca un episodio del Vangelo – ha commentato Prof. Silvio Tomasini, coordinatore dei musei della Diocesi di Bergamo – Ma qui Cavagna fa di più, inserendo dei preziosismi che mostrano sicurezza dei propri mezzi, almeno di quelli espressivi: i visi, i muscoli, la posizione delle mani; i dettagli che specificano gli Apostoli; ma soprattutto l’utilizzo della luce, quella paradisiaca che inonda la sequenza e quella del volto della Madonna”.
T.P.