Andiamo oltre. Perché fermarsi a parlare di riapertura dei tratti di pista ciclabile interrotti da un anno? Perché dare enfasi ad un intervento che, nel suo percorso realizzativo, ha dello scandaloso, visto che c’è voluto un anno per sistemare due miseri ponticelli? Perché non parlare invece del rimpallo di colpe, competenze, responsabilità? Perché non additare alla burocrazia e alle sue lungaggini questo ritardo, che ha fatto perdere diverse stagioni di fruizione della stessa pista ciclabile? Perché non parlare della sua evidente scarsa manutenzione già prima della chiusura per motivi di sicurezza? Perché non parlare della mancanza di un periodico monitoraggio dello stato del sedime? Perché non parlare di certe assurde asfaltature del sedime, quando prima c’era del ghiaietto, soltanto per risparmiare sulla manutenzione?
La notizia, nei primi giorni di giugno, dell’inizio dei lavori di sostituzione delle due passerelle sulla pista ciclopedonale della Valle Seriana, a Comenduno di Albino, non può far gioire completamente. Certo, ora (ma siamo a luglio ormai!) tutto ritorna come prima, tutto sarà scorrevole, senza più intoppi o chiusure. Anche meglio, con le due passerelle in legno sostituite con manufatti in ferro (sono lunghe 15,6 metri e 10,5 metri), a cura della Comunità Montana Valle Seriana, per un costo di 100.000 euro (questa è la cronaca dei fatti). Ma come non riandare a quel 9 giugno 2021 quando il comandante della Polizia Locale di Albino emise un’ordinanza di chiusura delle passerelle, rovinate e degradate, che avevano bisogno di un intervento di messa in sicurezza? I due manufatti pedonali, che scavalcavano la roggia Comenduna-Spini, presentavano grossi problemi alle travi portanti con problemi di forte instabilità strutturale. Una chiusura dettata dal pericolo per l’incolumità pubblica. Ma altrettanto pericoloso era vedere ciclisti e camminatori avventurarsi sull’ex-provinciale per superare il blocco della chiusura…
Ebbene, è trascorso un anno: in pista la Comunità Montana Valle Serina, il progetto di fattibilità, il progetto esecutivo, il lungo iter burocratico, la ricerca delle risorse necessarie bussando a Regione Lombardia e Consorzio Bim Bergamo, ora le promesse di altri interventi, le dichiarazioni di altri attraversamenti, i comunicati di sostituzioni di barriere in legno a bordo pista, …
Ma attenti, siamo proprio sicuri che si sappia cos’è una pista ciclopedonale? Si conosce la sua valenza sociale, il suo valore paesaggistico, la sua ricaduta economica? La pista ciclopedonale non è un complemento d’arredo urbanistico, una struttura di viabilità minore da legenda cartografica. E molto di più. E’ una risorsa multi-obiettivo. Mai come in questo periodo, dopo l’emergenza pandemica ha fatto esplodere la passione della bicicletta, e sempre più persone ne fanno uso quotidiano per i propri spostamenti, alla moda anglosassone o del nord-Europa. Ma ancora attenti, là, in quei Paesi, c’è una cultura della “mobilità dolce”, la bicicletta è la protagonista della maglia stradale, ci sono semafori esclusivi per le biciclette, prima passano con il verde le biciclette poi le automobili. Non come da noi che, al grido modaiolo della sostenibilità, della ecocompatibiità, della condivisione, dell’inclusione (che poi sarebbe bello andare a leggere il vero significato di certe parole!) si aprono in città le corsie ciclabili “rubando” terreno alle carreggiate (sic!), …ma dove sta la progettualità, l’urbanistica condivisa, l’arredo urbano concertato con i cittadini? Boh.
E lo stesso vale per le nostre piste ciclabili in Val Seriana, …quasi diano fastidio, quasi sia difficile disegnarle, attrezzarle, proteggerle, mantenerle, …
Manca proprio una cultura della “mobilità dolce”. Vedere la pista ciclabile della Val Seriana, per credere. Quello che era, e può ancora esserlo, il fiore all’occhiello della rete ciclabile lombarda, non è giusto che sia stata inagibile per oltre un anno, con ponti chiusi, passaggi pericolanti, barriere divelte. Ci vuole controllo, attenzione ai dettagli, revisione continua, buona gestione. Stop.
La pista ciclopedonale di Valle Seriana rappresenta un’attrattiva per i turisti, ma soprattutto una risorsa indispensabile per gli abitanti della valle. I cittadini hanno il sacrosanto diritto di muoversi sulla pista, per i percorsi casa-scuola e casa-lavoro, per le passeggiate e le biciclettate delle famiglie del territorio. Oltre a loro, non dimentichiamoci dei cicloturisti e dei cicloamatori che la scorsa estate non hanno potuto scegliere la Val Seriana come meta per gite giornaliere o soggiorni prolungati. Allora, si era persa una stagione. Fortunatamente, non è così questa estate. Ma siamo solo al primo passo: aprire la pista in tuta la sua lunghezza, senza più chiusure. Oltre alla scorrevolezza c’è ben altro, c’è l’arredo, le attrezzature di servizio, le protezioni, le aree di sosta, l’accesso al wi-fi, …di tutto e di più. Insomma, una vera cultura dell’andare in bicicletta.
Aeroporto di Orio al Serio come bike-friendly? Ma dai … Se poi uno vuol viaggiare sulla TEB, portandosi la sua bicicletta, dove la mette? Fra i sedili, naturalmente.
Andrea Bonomi