S.Messa per i “caduti di Nassiriya”
Toccante ed emozionante. Questi gli aggettivi che meglio caratterizzano la celebrazione religiosa che si è svolta giovedì 12 novembre davanti alla nuova “Santella dei soldati bergamaschi di tutte le Armi caduti in servizio”, che si incontra in località Prati Moletti, lungo la strada che dal Passo del Colle Gallo conduce al santuario di Altino. Una Messa molto partecipata, con persone giunte anche da fuori Albino, che ha voluto presenziare, con tanto di uniformi di rappresentanza, bandiere, labari e gagliardetti, alla S.Messa di suffragio dei “Caduti di Nassiriya”, cioè i Carabinieri, i soldati dell’esercito e i civili italiani e iraqeni che sono morti a Nassiriya, in Iraq, il 12 novembre 2003 (28 morti), sotto i colpi del terrorismo di marca islamica (Al Qaaida).
Una Messa di suffragio, che ha voluto fare memoria di chi ha donato la propria vita per difendere la libertà del popolo iraqeno, peraltro impegnato in una missione (“Operazione Antica Babilonia”) di peacekeeping, cioè di mantenimento della pace.
Toccante ed emozionante, perché durante la Messa sono stati letti i nomi dei 28 “Caduti di Nassiriya”, 9 erano iracheni e 19 italiani: fra questi 12 Carabinieri, 5 soldati dell’Esercito e 2 civili. Durante la Messa, poi, sono stati verranno ricordati anche i cinque caduti (fra Carabinieri e soldati dell’Esercito) dell’attentato del 27 aprile 2006,
La S.Messa è stata celebrata da don Claudio Federici, parroco di Abbazia e Casale, che già lo scorso 6 giugno aveva benedetto la “Santella dei soldati bergamaschi di tutte le Armi caduti in servizio”, durante la cerimonia di inaugurazione. Presenti diverse autorità civili, religiose e militari, nonché rappresentanti di diverse associazioni d’arma. A rappresentare l’amministrazione comunale era presente il consigliere Ubaldo Colleoni, referente per la Valle del Lujo.
La Messa è stata l’occasione per ammirare lo splendore della nuova “Santella dei soldati bergamaschi di tutte le Armi caduti in servizio”, che dopo la sua inaugurazione nella scorsa primavera, è stata oggetto di nuovi abbellimenti, che le hanno conferito una dimensione ancora più importante, come luogo di sosta, di raccoglimento e di preghiera (una staccionata in legno trattato perimetra tutta la santella, con corredo di panchine). Sobria e austera la campanella, che ha salutato l’inizio della Messa; imponente il cannone da 105 mm, residuato statunitense della Seconda Guerra Mondiale; significativi, perché memoria dell’essere Stato e nazione, i due pennoni che sorreggono le bandiere di Italia e Europa; d’effetto la lastra del 22° raggruppamento alpini da posizione, che si staglia nel prato antistante la santella; come pure la stele in marmo del Reparto Trasmissioni della brigata alpina Tridentina e lo scudo in bronzo del Reparto Rapporti Tattici sempre della brigata alpina Tridentina; toccanti, infine, i tanti cimeli che sono stati inseriti nella santella e quelli riferiti ad Angiolino Zanga, inseriti in un macigno che si innalza nel prato.
T.P.






