Solidarietà parrocchiale ad oltre 100 persone
La crisi economica si sente e fa fatica a scomparire in Media Valle. Prova ne è la situazione socio-economica di certe famiglie che, sotto i colpi della precarietà occupazionale e della difficoltà a reperire i soldi per sostenere le spese dei servizi primari, bussano alla parrocchia di S.Maria Assunta, chiedendo aiuto, sperando in un sostegno economico, cercando mani che “stringano” la loro situazione e si facciano carico della loro fragilità. “E’ un quadro sconfortante quello che vediamo durante la settimana – spiega il parroco don Giovanni Bosio – A ben vedere il numero delle persone che bussano in parrocchia si capisce che la situazione economica è ancora precaria a Vertova. Dopo una prima “fotografia”, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo intrapreso un percorso di vicinanza e condivisione delle nuove povertà che stanno emergendo dal territorio, in particolare con un occhio attento alle problematiche economiche e sociali che ci vengono raccontate. Così, grazie alla discesa in campo dei volontari della Conferenza di San Vincenzo, che opera in parrocchia da tantissimi anni, abbiamo attivato “Il giovedì della solidarietà”: in altre parole, tutti i giovedì, diamo cibo e vestiti a quanti bussano in parrocchia; un pacco alimentare, con un po’ di vestiti e vestitini, a seconda della presenza o meno di bambini. I pacchi vengono confezionati dai volontari, inserendo i generi alimentari che raccogliamo settimanalmente in chiesa, in un’apposita cesta; mentre i casi bisognosi ci vengono comunicati dalla Commissione dei Servizi Sociali del Comune. In tutto, si alternano ogni giovedì una trentina di famiglie, in gran parte extra-comunitarie, per complessive 100 persone”.
E’ già da un anno che è attivo il servizio “I giovedì della solidarietà”, che vede impegnata una ventina di volontari. La sede del servizio è stata ricavata sotto il “Scelterù”, il porticato che si apre sotto la chiesa parrocchiale, opportunamente ripulito e sistemato.
“Chi bussa da noi, comunque, è già passato prima in Municipio, preso l’ufficio apposito – continua don Bosio – Poi, da noi riceve cibo e vestiti, ma anche altre cose che possono andar bene. Ci è capitato di pagare anche alcune bollette o le rette dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia o la scuola elementare. Non ci sono solo famiglie di extra-comunitari; anche le famiglie italiane sono un buon numero”.
Luisa Pezzotta






