Questo è quello che alla fine della manifestazione organizzata da Arte sul Serio, proprio si è percepito.
Un momento in cui, chi è entrato in quel piccolo paradiso naturale (il parco Servalli), ha provato pace, serenità, gioia del dialogo semplice e tranquillo di chi gode del tempo che sta vivendo.
Di certo il luogo ha contribuito parecchio a creare questa atmosfera, ma molto è stato il merito dello spirito scaturito dalla coreografia costruita in esso, una piazza mercato del periodo Moroniano.
Gli antichi mestieri ci hanno riportato al tempo in cui il lavoro manuale era apprezzato, la bottega era luogo di dialogo, di esperienza, a volte anche di conforto.
Fermarsi a chiedere a scambiare opinioni, era normale, oggi non più, e rivivere questa emozione per tanti visitatori è stata una novità coinvolgente.
Questa è l’atmosfera che Simona, organizzatrice dell’evento, desiderava creare e questo è stato.
Personalmente avrei voluto che quel momento si fermasse e mi permettesse di godere a lungo della gente, di noi che ci si fermava davanti alle diverse botteghe per chiedere, per sapere, acquistare o partecipare ai piccoli gruppetti improvvisati che stavano a “ciacolare” del più e del meno, indisturbati, circondati da bimbi che giocavano a piedi scalzi e improvvisavano come facevamo noi da piccoli.
È forte ancora nell’uomo la necessità di essere ascoltati e ascoltarsi, la cartomante non ha avuto un attimo di tregua e non prediceva il futuro, semplicemente ascoltava e suggeriva attraverso la sua conoscenza. Per lei non è stato un gioco improvvisato per l’occasione, ma ha messo a disposizione la sua esperienza e il suo studio.
Nulla è stato improvvisato, tutto ha evidenziato esperienza, lavoro, studio e ricerca, non hanno improvvisato gli arcieri, con il loro torneo, la ceramista, la bottega degli artisti, la bottega degli scultori e intarsiatori e così via.
L’Astorica con le sue danze e rappresentazioni storiche è stata una presenza importante sia dal punto di vista coreografico e soprattutto emozionale ed I menestrelli ed i giullari con la loro presenza e attività hanno portato un momento goliardico all’evento
Pure la presenza di animali quali gli asini e la gallinella da compagnia hanno contribuito a rendere genuina e gradevole la manifestazione.
È stato un ritorno, per quanto possibile oggi, ad un mondo che ci apparteneva e che se ne è andato.
Non è nostalgia di quel mondo, ma perderlo completamente per noi, che in parte lo abbiamo vissuto, qualche segno lo lascia, e riviverlo, anche se solo per un giorno, ci riempie di ossigeno.
Certo, l’evento è stato collocato nel 1500, ma anche fino a qualche decennio fa il tempo scorreva più lento, i cambiamenti permettevano di essere assimilati, ora il tempo viaggia veloce e noi corriamo sempre più per non rimanere esclusi da ciò che ci viene proposto in un atteggiamento di usa e getta.
Dentro di noi, in fondo, un po’ inascoltato, sembra tutt’ora permanere un mondo in cui l’uomo è centrato nella propria vita e ciò che gli accade attorno e lo circonda è in sintonia con lui.
Il momento come quello creato all’interno del parco Servalli ce lo ricorda e ce lo fa desiderare ancora perché è il nostro, è il mondo di noi umani. Non mi riferisco ai costumi, fanno parte del contesto storico, intendo l’esperienza, la manualità, la semplicità, e, perché no, la fatica, quella sana fatica che ci dà il tempo di fermarci e riflettere, capitalizzare le nostre conoscenze ed esperienze, per essere in sintonia con ciò che ci sta attorno.
Sembra impossibile oggi se ci soffermiamo su quanto accade nel mondo, ma nel nostro piccolo, nel rapporto con la piccola realtà che ci circonda , qualcosa di questo possiamo ancora rivivere.
L’involucro del parco Servalli durante l’evento “sui passi del Moroni” ce lo ha permesso, in un’oasi di serenità.
Federico Bianchi
(presidente di Arte sul Serio)
Foto di Fabrizio Carrara