“Abitus”, un progetto di supporto alla domiciliarità, finanziato dal Pnrr, per garantire alle persone anziane la quotidianità in casa, da soli e in autonomia, senza doversi trasferire in una struttura. Questa la novità, presentata nelle scorse settimane, in un incontro a Gazzaniga, dall’assemblea dei sindaci dell’Ambito media e bassa Valle Seriana, presieduto da Angelo Merici, vicesindaco di Gazzaniga.
Per la cronaca, e per giusta informazione, per servizi alla domiciliarità s’intendono tutti quegli interventi rivolti alla popolazione over 65 e a cittadini under 65 fragili che hanno come obiettivo quello di sostenere la permanenza a domicilio dei destinatari.
Ebbene, il progetto presentato a Gazzaniga, che prevede nel suo macro-intervento la realizzazione di unità abitative che integrino assistenza e tecnologia nel distretto Bergamo Est (103 Comuni), ha inteso mettere sotto i riflettori gli interventi nell’ambito del “Medio-Basso Serio” (con capofila il Comune di Albino), cui collaboreranno pubbliche amministrazioni, professionisti ed enti del terzo settore.
In sinergia con i sette ambiti di Bergamo Est, i partner del nuovo progetto sono le cooperative Bergamo Sanità, Generazioni FA (Famiglia e Accoglienza), Yellow Boat, nonchè la Fondazione Honegger RSA di Albino.
Chiaro l’obiettivo del progetto: integrare i servizi di assistenza sociosanitaria nelle varie case, attraverso l’innovazione tecnologica, in questo caso la domotica, che permette di controllare e monitorare i soggetti anziani o disabili nelle loro case, comunicando online con gli operatori dei servizi di assistenza. Come? Per esempio, con dei bracciali indossabili (ad ora si prevede un quantitativo di 170) oppure con sensori del kit domotico. Questi dispositivi possono inviare segnali di allarmi e chiamate per le situazioni di emergenza, come nel caso di improvvise cadute e incidenti negli spazi domestici.
Quale regia operativa è prevista nel progetto una “centrale” attiva h24, cioè tutte le ore del giorno, così da inoltrare chiamate costanti e continue verso i “controllati”, in particolare coloro che presentano situazioni “borderline”, più a rischio, per verificare i loro bisogni ed intervenire in caso di necessità.
Il tutto non sarà facile. E’ quanto mai opportuno, infatti, che i soggetti “sotto controllo” ricevano le giuste istruzioni per conoscere l’uso dei dispositivi tecnologici che si andranno ad installare.
Il progetto, quindi, lancia l’idea del “telemonitoraggio”, un servizio di controllo da remoto di persone anziane o disabili e l’attivazione automatica di assistenza attraverso l’utilizzo della domotica.
In tutto questo, permangono in essere due approcci complementari fra loro e, per questo, integrati: da un lato, l’educativa di quartiere, con educatori professionali che lavorano con reti, gruppi, associazioni e i luoghi di socializzazione per costruire i legami tra i cittadini che fanno crescere la coesione sociale; dall’altro, il potenziamento del Servizio di Assistenza Domiciliare, svolto da personale qualificato, gli Oss di prossimità, che intervengono nelle abitazioni private delle persone coinvolte, contemplando supporto all’igiene personale, disbrigo pratiche, supporto alla persona.