Fine estate è sinonimo di ripresa delle attività di diverse associazioni; è il caso anche di “Le Ali della solidarietà”, associazione di promozione sociale a sostegno della disabilità operativa da oltre vent’anni in media valle che riprenderà i propri laboratori nel mese di ottobre.
La pausa estiva è stata preceduta dal consueto evento di fine anno in compagnia di ragazzi e famiglie che ha animato il pomeriggio di sabato 21 maggio e Colzate, comune sede dell’associazione e ente patrocinatore della stessa e dei suoi eventi, ha ospitato l’appuntamento con gli spazi esterni al Municipio che hanno accolto saggio di yoga e biodanza e la sala pubbliche messa a disposizione per la mostra di pittura.
Prima di dare spazio ad attività e laboratori, un intervento introduttivo di Mons. Eugenio Coter, semontese vescovo in Bolivia, ha voluto mettere in evidenza l’importanza di tutte le attività associazionistiche con il loro indiscusso merito di favorire le relazioni all’ interno di una comunità che non deve mai essere gruppo chiuso od arroccato al proprio piccolo interesse ma va anzi sempre intesa come apertura verso l’esterno e l’altro per un grande ideale condiviso.
I 25 ragazzi del’associazione sono protagonisti di diversi corsi tenutisi in sede, nei locali dell’asilo di Colzate, ma anche presso altri ambienti comunali; a fianco di quelli classici (yoga, musica, cucina, pittura, la pet therapy denominata Bau) appaiono anche alcune novità come la biodanza che a giugno, prima dell’ arrivederci, ha aperto due sedute del proprio corso a tutti.
Dedichiamo quindi volentieri alcune righe a questa pratica creata da Rolando Toro, psicologo, antropologo e artista eclettico che, nel Cile degli anni 60, ha voluto utilizzare la musica come alternativa agli psicofarmaci; sua è stata l’intuizione di quanto tale disciplina abbia effetti benefici su ogni individuo, attraverso l’uso della musica e della danza di gruppo, essa potenzia infatti la capacità di ascoltare le emozioni interiori e, percependo qualcosa di piacevole, risveglia qualità e potenzialità umane intrinseche con il desiderio di farle emergere ed esternarle. Un particolare ringraziamento per questa attività va ai due facilitatori del corso, Paolo Brevi e Marco Finazzi, a cui si sono aggiunti numerosi volontari attratti dalla disciplina e dai suoi benefici.
Il saggio di yoga, curato dall’ insegnante Bruna Algeri e accompagnato come consuetudine dal coro “Liberi Suoni” e dalla “Libera Band” di Nembro, entrambe diretti dal Maestro Donatella Moioli, è stato ispirato all’opera di Hermann Hesse”Favola di Amore” che costituisce un inno alla trasformazione in grado di ricordarci che la vita è sempre cambiamento in grado di generare felicità; “Tutto si trasforma” è stato lo slogan coniato a tal proposito e che sintetizza il messaggio che i ragazzi hanno voluto lanciare in occasione dell’ appuntamento di fine anno.
Incentrata sull’ amore che spinge al mutare è stata pure la mostra allestita al termine del laboratorio di pittura coordinato da Monica Viani, Maestra d’arte, che si è avvalsa della collaborazione di Tiberio Longhi. L’attività, composta da 12 lezioni che hanno preso il via a metà marzo, ha coinvolto 13 ragazzi; non trattandosi di un corso di disegno ma bensì di pittura, essi non sono gli autori delle tele esposte ma hanno però scelto le immagini da rappresentare, la forma del quadro e la cornice in cui inserirlo, i colori da utilizzare che hanno poi steso nonché il messaggio da veicolare attraverso le proprie opere.
“IL TOCCO DELL’ANIMA – L’amore è il soffio divino che palpita nel cuore di ognuno” di Jennifer, “AMORE E PSICHE – L’amore svanisce quando provi a catturarlo” di Marco, “LA NATURA E IL CUORE – L’amore è consolare chi è triste” di Monica sono solo alcuni dei titoli e sottotitoli delle tele che ben spiegano quanto gli autori siano stati coinvolti in un lavoro che ha rappresentato dunque un’ occasione per esprimere i forti sentimenti del proprio animo.
Questi ragazzi ancora una volta ci offrono dimostrazione concreta dell’ importanza della propria attività, ci insegnano ad ascoltare emozioni che mai potranno essere sostituite dal virtuale o dall’artificiale, ci mostrano quanto l’arte, al pari della biodanza o di altre discipline, possa essere fonte di quel benessere interiore che spesso ricerchiamo anteponendovi però, altrettanto frequentemente, una sorta di frenesia che non fa rima con la naturale trasformazione ma piuttosto con una superficiale bramosia.
Benny