Tra le opere d’arte che sono esposte nel rinnovato Museo Diocesano “Adriano Bernareggi”, in Città Alta, a Bergamo, inaugurato nella sua nuova sede lo scorso 27 settembre, trova posto un’opera di straordinaria bellezza, che proviene dalla chiesa prepositurale di San Giuliano di Albino: un calice in argento sbalzato, datato 1478, custodito nella sacrestia. Un evento, non c’è che dire, per la comunità di Albino che, grazie a questo manufatto, si inserisce fra le opere d’arte in esposizione nel Museo Diocesano, ricavato nell’antico palazzo del Vescovo, mai aperto al pubblico: in tutto, una superficie espositiva di oltre 900 metri quadrati, suddivisi in 10 sale (9 espositive e una multimediale), disposte su due piani. Un rinnovato museo chiamato non solo a raccontare la storia della Chiesa nella città di Bergamo, ma anche la ricchezza diffusa delle comunità del territorio. E’ proprio dalle parrocchie, infatti, che proviene una parte consistente del patrimonio che nei secoli ha espresso la fede, la devozione e l’ingegno artistico delle genti bergamasche.
Il prestito del calice avrà durata triennale. Un calice particolare che, oltre al suo significato e valore liturgico, ha una valenza storico-artistica: infatti, è stato raffigurato da Giovan Battista Moroni nello stendardo processionale “Gloria Eucaristica”, proveniente dalla parrocchia di Pradalunga e verrà collocato a pochi centimetri dal dipinto che ha ispirato.
Con questo calice in esposizione, forte della sua raffinatezza artistica, i visitatori potranno ammirare una preziosa opera di oreficeria e apprendere la profonda spiritualità che animava il grande artista albinese Giovan Battista Moroni, al quale il museo dedica particolare attenzione. Ben tre sale, infatti, saranno dedicate alle sue opere, a sottolineare il ruolo centrale dell’artista nella cultura bergamasca.
L’accordo del prestito prevede il rientro del calice in Parrocchia in coincidenza delle più importanti festività dell’anno liturgico e della comunità albinese, per non perdere il secolare legame fra questo preziosissimo oggetto e la liturgia eucaristica ad Albino. Anche questo è un segno concreto di come questo prestito non interrompa, ma invece accresca e rafforzi il legame far l’opera d’arte e la comunità che ne è custode.
Fra.Pi.