Il pretesto, per dirla alla Rita Pavone, è stata la partita di pallone.
A Semonte l’obiettivo aveva tuttavia un raggio ben più ampio: ridare all’Oratorio quella vitalità e socialità che gli competono per essere luogo di incontro e di riferimento.
A dirla tutta, una singola gara non sarebbe bastata; non avrebbe avuto senso limitarsi ad un semplice appuntamento per assecondare un’ambizione legittima dopo troppo tempo in cui a farla da padrone assoluto è stato un virus capace di condizionare ogni attimo delle nostre vite. Dapprima il dolore, poi vademecum e restrizioni in serie, norme comportamentali all’insegna di un distanziamento tanto necessario quanto innaturale: abbiamo dovuto rivedere profondamente ogni abitudine.
Circa la bontà o meno dell’operato ciascuno si è fatto una propria idea, pareri contrastanti e sensazioni spesso tramutate in convinzioni hanno palesato quanto il tema sia divisivo. Ad accomunare tutti è però il desiderio di una “nuova” normalità o, almeno, di uno stato che possa essere definito diversamente rispetto ad un’emergenza permanente da lasciare alle spalle.
La voglia di intravedere segnali di speranza e discontinuità rispetto a quanto provato negli ultimi due anni è ciò che ha animato l’Oratorio di Semonte fra metà gennaio e metà febbraio con quattro domeniche caratterizzate da un torneo di calcio dedicato alla fascia adolescenziale.
Chi meglio di loro… Esuberanti e briosi come si confà alla prima giovinezza; non più fanciulli facilmente entusiasmabili o assecondabili ma non ancora adulti a volte appagati, magari impigriti, fors’anche un po’ disincantati, in cui la spensieratezza lascia via via il posto a piccole o grandi preoccupazioni… Chi meglio di loro, appunto, può assurgere a simbolo di desiderio di normalità, termine spesso abusato ma che null’altro rappresenta se non “ciò che era”, il regolare vissuto delle generazioni precedenti di cui si sono visti incolpevolmente privati per lungo tempo durante il quale persino l’istruzione è divenuta una minaccia a cui attingere in remoto.
L’idea è nata dopo che, nel periodo autunnale, alcuni adolescenti fra i 14 e i 17 anni hanno più volte chiesto di utilizzare il campo alla domenica pomeriggio. Parroco e volontari dell’oratorio si sono quindi chiesti se non fosse possibile organizzare qualcosa per coinvolgerli con regolarità. Detto e fatto… Ecco come si è arrivati a questo “Torneo di inverno”.
Superflui i dettagli della manifestazione, il fatto saliente è che si sia giocato offrendo loro ciò di cui più avevano necessità: un diversivo da condividere con altri, con tutte le limitazioni del caso ovviamente, ma finalmente possibile. L’ennesima variante con boom di contagi ad inizio anno, ha suggerito di posticiparne la partenza così da scongiurare rischi quarantene e permettere a tutti il rilascio dell’attestazione vaccinale o di guarigione, condizione base per qualsiasi manifestazione pubblica.
Le squadre partecipanti sono state quattro; per tutte l’obiettivo era quello di vincere, aggiudicarsi i buoni “pizza e bibita” messi in palio per entrambe le finaliste ma soprattutto mostrare la propria superiorità di fronte agli amici, avversari sul campo; aldilà di questa sana competizione va rimarcata comunque la grande correttezza che ha caratterizzato ogni gara, segno evidente che ne è stato ben capito lo spirito!
Alla fine ad alzare la coppa che ha certificato il trionfo sono stati i ragazzi del Betis; prima, due brevi interventi del Parroco di Semonte, don Antonio Gamba, e del sindaco di Fiorano al Serio, Andrea Bolandrina, hanno però ricordato ai ragazzi l’opportunità offerta in questi fine settimana sperando possano trarne esempio per mettersi a loro volta a disposizione e far si che momenti simili possano ripetersi per essere in futuro condivisibili anche da altri.
Discreta la presenza di pubblico che ha beneficiato della struttura aperta per trascorrere piacevoli pomeriggi domenicali sancendo il successo della proposta, favorita pure da giornate splendide dal punto di vista climatico anche se certamente atipiche per la stagione invernale con il sole sempre splendente in un cielo limpido ed una temperatura decisamente sopra la media.
Aldilà di queste condizioni, l’inverno dell’oratorio di Semonte è stato scaldato dall’euforia e dalla vitalità portate da questi ragazzi; l’estate, si spera, avrà modo di ampliare gli orizzonti.
Luca Gualdi








