“Il santuario di San Patrizio, a causa delle spoliazioni e di alcuni furti sacrileghi avvenuti del secolo scorso, conserva ben poco del suo ricco patrimonio originale di beni mobili”, si legge in una nota Facebook della parrocchia di San Maurizio. “Tra questi oggetti miracolosamente scampati alla dispersione, il pezzo più significativo è senza dubbio una piccola scultura in legno della Madonna con Bambino, risalente al sec. XVI. Sebbene se ne intuisse un certo valore, la scultura era di difficile definizione, anche a causa della scarsità di informazioni storico-artistiche e per le pesanti e improprie ridipinture, che nel tempo ne avevano offuscato la bellezza. Grazie all’apporto di alcuni studiosi dell’arte, si è potuto recentemente attribuire l’opera ad uno scultore di area veronese, vissuto tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del secolo successivo: Francesco Badile. Tale attribuzione, da una parte, rende ancora più interessante la nostra scultura, trattandosi dell’unica opera di questo artista in area bergamasca, dall’altra, apre la strada a nuove e suggestive ipotesi circa la modalità con cui sarebbe giunta fino a noi”.
Il rinato interesse intorno a questa piccola, ma preziosa, scultura ha convinto l’ormai ex parroco di Colzate don Paolo Biffi a commissionarne il restauro, interpellando e coinvolgendo gli enti preposti. L’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Cultura, in particolare, ha risposto con entusiasmo all’iniziativa, mettendo a disposizione un contributo per il restauro e richiedendo la possibilità, al termine dei lavori, di esporre temporaneamente l’opera nel rinnovato percorso espositivo del Museo diocesano d’arte sacra, che verrà inaugurato nella sua nuova sede il prossimo 27 settembre.
Un evento, non c’è che dire, per la comunità di Colzate che, grazie a questa scultura si inserisce fra le opere d’arte in esposizione nel Museo Diocesano “Adriano Bernareggi”, ricavato nell’antico palazzo del Vescovo, mai aperto al pubblico: in tutto, una superficie espositiva di oltre 900 metri quadrati, suddivisi in 10 sale (9 espositive e una multimediale), disposte su due piani.
L’opera è giunta presso il laboratorio di restauro di Luciano Gritti (che nel 2011 si era occupato del gruppo fantoniano della Madonnina) ad aprile: qui, la scultura è stata sottoposta ai primi saggi stratigrafici. Questi hanno lasciato intravedere fin da subito alcune notevoli scoperte, come la presenza di dorature originali e di un interessante apparato decorativo con scritte sulla predella del trono. Quindi, si sono sviluppati gli altri interventi, che hanno interessato la primavera e l’estate. A luglio, in particolare, si sono riscontrati forti progressi nell’opera di pulizia della scultura. Oltre alla cromia originale e alla preziosa doratura dell’abito, è emersa la bella decorazione geometrica della predella e del trono, con una didascalia che ne attesta l’origine veronese. Quindi, il prestito temporaneo dell’opera al Museo Diocesano.
Per la cronaca, Francesco Badile (1492-1575), figlio di Bartolomeo, è stato un pittore e, probabilmente anche intagliatore, attivo a Verona, appartenente a una famiglia di artisti.
T.P.