“La Pasqua di Risurrezione non è una festività qualsiasi è la Festa per eccellenza, una solennità centrale per la religione cristiana, l’evento attorno al quale ruota la nostra tradizione religiosa da duemila anni”: E’ questo il commento del parroco di Vertova don Giovanni Bosio, il quale, insieme alla comunità del paese, si appresta, come ogni anno, a celebrare il periodo pasquale. E, come da tradizione, a Vertova, ogni “Venerdì Santo” ha luogo la suggestiva ed emozionante “Processione”, un evento al quale prende parte moltissima gente, non solo vertovesi, ma anche forestieri, provenienti da fuori provincia.
La “Passione di Cristo”, quest’anno, avrà luogo venerdì 14 aprile, e prenderà il via, come al solito, dalla Chiesa Parrocchiale, a partire dalle ore 20; la funzione viene tradizionalmente aperta da un gruppo di figuranti in costume tipico, i quali, sfilando davanti ai fedeli raccolti in silenzio, giungono ai piedi dell’altare. Lì, per l’occasione, è allestita una scalinata in legno, al culmine della quale si trova una grande croce con la statua snodata del Cristo Morto, realistica opera realizzata nel 1725 dai fratelli e artisti Andrea e Gian Bettino Fantoni, su commissione dei cittadini di Vertova, e restaurata nel 2013.
I Giudei, uomini in abiti di colore rosso con eleganti turbanti, risalgono la scalinata e staccano il Cristo dalla croce, per deporlo quindi su di una portantina. Prende, quindi, il via la “Solennissima Processione”, alla quale prendono parte numerosi personaggi in costume tradizionale. In testa al corteo, un chierichetto regge una grossa croce, seguito dagli altri chierichetti e dai giovani cresimandi dell’anno, i quali portano i simboli della Passione. Seguono i Seminaristi di Bergamo, accompagnati quest’anno dal nuovo rettore don Gustavo Bergamelli, e, quindi, i sacerdoti, i Confratelli del Santissimo Sacramento e il Corpo Musicale di Vertova. Tocca poi a tre gruppi, le “Picche”, figuranti rappresentanti i soldati romani con lunghe lance, che precedono la lettiga su cui è depositata la statua del Cristo dei Fantoni, portata a braccio dai Giudei, mentre quattro uomini reggono le “forcelle”, che durante il tragitto consentono ai Giudei di appoggiare la pesante portantina. Segue, insieme all’ultima “Picca”, un anonimo fedele vestito in saio rosso, incappucciato e scalzo, rappresentante Gesù, il quale trasporta lungo l’intero tragitto del corteo una croce in legno, accompagnato da un altro fedele, vestito di una tunica bianca e anch’esso incappucciato e a piedi nudi, il quale rappresenta il Cireneo.
Entrambi compiono l’atto del portare la croce come voto religioso, come penitenza o grazia ricevuta o richiesta, a dimostrazione della propria fede, e la loro identità è nota solamente al parroco del paese. Storicamente, inoltre, la decisione di chi ha diritto alla croce avviene in seguito ad un’offerta di denaro, consegnata segretamente alla Parrocchia. Il corteo è infine chiuso dalle “Torce”, sorrette da uomini in costume e dai fedeli in preghiera.
La “Processione del Venerdì Santo” perdura da quasi tre secoli; risale, infatti, agli anni ’30 del Settecento la nascita di questa tradizione devozionale, la quale fa parte ufficialmente del patrimonio culturale locale, ed è iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali Lombarde (REIL), un progetto di salvaguardia nonché valorizzazione e promozione della tradizione, della cultura, dei saperi e delle pratiche rituali della Regione Lombardia.
Una ricchezza culturale inestimabile per il territorio della Media Valle, la quale, oltre che a riunire numerosi fedeli, celebra l’avvenimento principale su cui è fondata la nostra fede.
Le celebrazioni pasquali proseguiranno quindi sabato 15 aprile, con la popolare benedizione delle uova, presso la Chiesa Parrocchiale, e culmineranno domenica 16 aprile, con la commemorazione della Pasqua e la celebrazione delle Messe negli orari da calendario festivo.
Silvia Pezzera









