Dopo il Mausoleo Briolini, restaurata la statua dell’Angelo Vegliante
Nell’aprile dello scorso anno, dopo quasi un anno di lavoro, si erano finalmente concluse le opere di restauro del “Mausoleo Briolini”, elemento caratteristico sul territorio di Gazzaniga, per la sua somiglianza ad un piccolo castello in stile neogotico. Eretto nel 1897 per volontà di Decio Briolini, uno dei benefattori della storica famiglia gazzanighese, su progetto dell’architetto e pittore Antonio Pandini di Bergamo, il Mausoleo venne sottoposto ad un delicato restauro a causa delle sue disastrose condizioni architettoniche. Il Comune di Gazzaniga diede il via libera all’inizio dei lavori, grazie anche al contributo di un ignoto benefattore che aveva donato una sostanziosa cifra in denaro. L’appalto venne assegnato all’impresa edile Pandini di Bergamo, cui titolare, peraltro, è il nipote del famoso progettista dello stesso Mausoleo, mentre l’opera vera e propria di restauro venne affidata alla ditta “Res di I. Tombini” di Bergamo, a seguito di un’analisi specifica da parte di due architetti del Politecnico di Milano, Alessandra Kluzer e Mariangela Carlessi.
Oggi, il Mausoleo spicca all’ingresso del paese per il suo candore tipico del marmo statuario di Carrara e per le ricche decorazioni in rilievo su fondo a fasce orizzontali bianche, alternate a fasce di marmo nero locale.
Recentemente, in seguito ad un sopralluogo da parte di Camillo Bertocchi, responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Gazzaniga, si è stabilito di intervenire con lavori di restauro anche sulla suggestiva statua definita “Angelo Vegliante”, posta all’ingresso del monumento, dei quali si è occupata, anche questa volta, la ditta “Res di I. Tombini” di Bergamo.
L’angelo, in marmo bianco di Carrara, appare seduto su di una panca costituita da elementi rettangolari a funzione di sedile, in atteggiamento di veglia, considerate le funzioni del Mausoleo a cappella tombale della famiglia Briolini.
La scultura è composta da tre elementi: il corpo centrale e le due ali. Dal punto di vista della conservazione, in fase di analisi lo stato esterno è apparso tutto sommato buono, considerata l’elevata esposizione alle intemperie. Tuttavia, è stata riscontrata la presenza di una patina biologica diffusa su tutta la superficie della statua e di un deposito di colore grigio che alterava l’originario candore della stessa; la statua presentava inoltre una diffusa proliferazione biologica, dovuta alla presenza di licheni.
Particolarmente significativi sono stati i fenomeni di fratturazione, riscontrati dalla presenza di crepe, e le mancanze a livello delle mani, in particolare per quanto riguarda le dita.
Sulla statua dell’“Angelo Vegliante” si è intervenuto, dapprima, mediante una manovra di pulitura generale, con l’applicazione di soluzioni che agiscono sull’attività biologica; quindi, si è proceduto con una delicata spazzolatura manuale, mediante l’uso di spazzole morbide e prodotti non aggressivi per il marmo. Inoltre, sono stati eliminati i licheni e le formazioni scure, per concludere con la stuccatura e la ricostruzione degli elementi mancanti, nonché con il trattamento finale, utilizzando una soluzione specifica.
Insomma, una serie di lavori che hanno saputo riportare questo importante elemento storico al suo antico splendore, dato che il Mausoleo Briolini è stato per di più recentemente inserito nel percorso culturale del “Sentiero di Honio”, come componente fondante della storia di Gazzaniga e come spunto didattico per comitive e scolaresche.
Silvia Pezzera




