Il ricordo di Rocco Angelini, socio fondatore GAV, decano ed esempio per intere generazioni
Rocco Angelini, l’amico Rocco, era stato uno dei fondatori del GAV; da giovane atleta nel 1952, ormai 70 anni fa, aveva vinto anche la prima edizione del “Segredont”. E’ stato quindi per decenni anima della società e riferimento per moltissimi amanti della montagna: in quanti lo ricordano come accompagnatore nella loro prima ascesa… A quanti giovani seguaci ha dispensato consigli attingendo a quanto da lui stesso pazientemente appuntato nei resoconti oppure fissato nelle diapositive…
Schivo e riservato ma estremamente generoso e sempre prodigo di consigli all’insegna della prudenza è stato per diverse generazioni una sorta di padre a cui fare affidamento quando si parlava di alpinismo o semplice escursionismo. In fatto di esperienza, con i suoi oltre novant’anni, non poteva essere secondo a nessuno… Ma non ostentava il suo sapere, la sua non è mai stata saccenza ma sapienza; virtù che non sta solo nel capire ciò che si ha di fronte ma anche prevederlo e prevenirlo.
Rocco, il mite amico Rocco, è partito per l’ultima sua meta nella notte del 3 marzo, nelle primissime ore del mattino, proprio come abituato a fare quando doveva scalare qualche montagna. Questa volta non aveva in spalla il suo piccolo zaino abituato a contenere l’essenziale ma i figli Paolo e Francesca hanno comunque voluto vestirlo con la colorata felpa del GAV che in tante altre occasioni lo aveva accompagnato.
Sempre pronto a collaborare per le attività sociali, non si aspettava certo di essere incensato ma, attingendo a tanti ricordi, in molti si sono sentiti in dovere di un segno di stima e gratitudine. Qualunque pensiero non potrà comunque eguagliare le sue preziose indicazioni e rassicurazioni, conosceva bene se una cosa la si poteva fare e indicava come riuscirvi, sapeva però perfettamente anche quando era invece consigliabile fermarsi.
Per tracciarne un adeguato ritratto prendo in prestito alcuni dei bei pensieri espressi dagli amici del GAV Franco e Alex nel commovente frangente dell’ultimo saluto. Chi meglio di loro potrebbe onorarne la memoria?!
Non ti rivedremo al “Cross della Baia del Re” dove ti sei sempre recato di nascosto per rivivere nei giovani atleti le emozioni sportive di tutta la tua vita; come non sarai presente tra il pubblico all’arrivo del “Segredont” e neanche alla tua postazione al “Trofeo Zanni”…
Giovane sempre, curioso, entusiasta senza clamore nell’ avvicinarsi agli sport che hai sempre amato, l’atletica e lo sci; ad essi ti sei sempre dedicato come allenatore, accompagnatore ma soprattutto educatore con l’esempio per intere generazioni che ancora ti sono riconoscenti…
Hai avvicinato tanti all’ amore per la montagna, non quella dei record, ma quella della natura catturata con le numerosissime diapositive, del cammino “lent e seguent” e poi della vetta…
Quando avevo bisogno di informazioni su di una montagna non consultavo i libri, andavo da Rocco, lui sfogliava i suoi appunti, preparava il proiettore e ti faceva vedere le diapositive, perché sicuramente lui c’era già salito…
Hai camminato su questa terra in punta di piedi, ma le impronte che hai lasciato sono profonde; è stato un piacere ed un onore poter camminare al tuo fianco su tante montagne, ora quando arriveremo su di una vetta, avremo un amico in più da salutare…
Mi sia permesso infine un brevissimo ricordo personale legato ai giorni in cui venne a mancare mio padre che con Rocco aveva condiviso, prima da giovane e poi da pensionato, tanta montagna.
Lo intravidi durante il corteo funebre, incrociai di sfuggita il suo sguardo ma bastò per intuire il suo stato d’animo di profonda sofferenza; il figlio mi confidò poi che non sopportava quel distacco dai propri amici e compagni di tante esperienze; dentro di se, probabilmente, non riusciva a capacitarsi di quell’ultimo viaggio a cui non era preparato e per cui, sebbene più anziano ed esperto, non sapeva e non poteva indicare la via.
Ora, sappiamo che anche per quell’ultima cima lui ci precede e da li potrà guidarci e proteggerci come da sempre abituato a fare.
“… Su nel paradiso, su nel paradiso lascialo andare per le tue montagne”
Benny









