Mostra “antologica” di Felice Gandossi
Una stanzetta piena di quadri alle pareti, odore di olio e pittura, sopra l’armadio un centinaio di tele, tutte dipinte, appoggiate le une alle altre, quasi un centinaio. E’ questo il regno di Felice Gandossi, l’85enne pittore di Cene, che recentemente ha inaugurato una sua mostra “antologica”, presso il Municipio di Cene, che proseguirà fino al 30 settembre, con possibilità di ammirare le sue opere, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 16 e il sabato, dalle 8.30 alle 13 (chiusura domenicale).
Una grande opportunità per la comunità cenese e, più in generale, per quanti, amano colori e tavolozza. Con Felice Gandossi si va a rileggere tutta una vita, una storia di 85 anni, dei quali ben 50 vissuti con il pennello in mano, a dipingere, a imprimere i colori sulla tela, sfornando qualcosa come 300 tele. Un puro autodidatta, un pittore che si è fatto da solo, che ha seguito il suo istinto, i suoi temi, la sua tecnica, contento di quel talento che aveva fin da piccolo, ma che soltanto nel 1964 ha manifestato su tela, avviando una lunga serie di partecipazioni a concorsi e mostre, peraltro riscuotendo apprezzamenti e successi.
“Ho vissuto una vita piena, intensa, bella – spiega Felice Gandossi – Ho fatto di tutto, ma sempre cercando di raggiungere gli obiettivi che mi ponevo, sempre rilanciandosi, tentando nuove esperienze. Ho imparato tutto quello che so, “rubando” di qua e di là, cioè osservando, captando quello che vedevo, trattenendo quello che percepivo. Così, ho imparato a suonare la fisarmonica, imparando da solo, mentre osservavo mio padre a suonarla (ora Gandossi è un collezionista di fisarmoniche, ne ha 15, e le utilizza per suonare ancora nel gruppo “Lampiusa” di Parre) e così ho imparato a dipingere, dando retta ad un amico, che mi diceva “Provaci!”, e io ci ho provato, mi sono lanciato in questa avventura, che dura ancora oggi, anche se ora faccio un po’ fatica a vedere”.
Sposato con Maria Pia, una donna friulana conosciuta in Svizzera mentre era emigrante, Felice Gandossi è padre di tre figli: Monica, Marco e Paolo. Lavoratore in Francia, Svizzera e a Vertova, in un’azienda tessile (Vertotex), Gandossi da 30 anni è in pensione. Non ha mai avuto l’auto, si è sempre spostato in moto, soprattutto in Vespa. La sua avventura con i pennelli, come detto, è iniziata nel 1964, quando si è dovuto operare di ernia al disco e, gioco forza, ha dovuto star fermo per un po’ di tempo, ingessato com’era. Dapprima, ha iniziato con dei disegni, con delle riproduzioni da delle cartoline, poi si è lanciato nel mondo della pittura con più impegno, partecipando a diversi concorsi. “In totale, possono vantare una decina di primi posti – continua Felice Gandossi – Ho vinto a Lenna, Rogno, Almenno San Bartolomeo, Bracca, Vertova, ma anche a San Bassano (Cremona), Cavenago (Milano) e Bardolino (Verona). Fra primi, secondi, terzi e quarti posti ho vinto una quarantina di premi. Amo soprattutto i paesaggi e con la mia moto andavo (ora non più) in giro per la Bergamasca, con il cavalletto sulle spalle e, quando trovavo un soggetto che mi piaceva, mi fermavo e dipingevo. I colori sono una cosa stupenda e ho sempre cercato di imprimerli sulla tela. Ma non disdegno le nature morte e i ritratti: ne ho fatto uno a Papa Giovanni XXIII. Certo, amo i miei quadri, ma se qualcuno li vuole, beh li vendo anche”.
T.P.