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“Qualche volta abbiamo anche cantato…”

10 Novembre 2016
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“Qualche volta abbiamo anche cantato…”

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Ha commemorato la Grande Guerra la comunità di Albino. Merito dell’amministrazione comunale, in particolare l’assessorato alla Cultura, che, nell’ambito della rassegna “Le giornate della storia e dell’arte”, edizione 2016, ha presentato due proposte veramente interessanti. Dapprima, la mostra “Cent’anni fa…la Grande Guerra. 1916”, organizzata dal Comune di Albino, in collaborazione con l’associazione storica “Cimeetrincee”, il Gruppo Alpini di Albino, la sezione di Bergamo dell’ANA, il Museo Alpino (sezione ANA di Bergamo) e il Gruppo Alpini di Azzano San Paolo, svoltasi dal 9 al 23 ottobre: una mostra storica molto innovativa, perché incentrata su un solo anno dei cinque nei quali si è articolata la Grande Guerra. Quindi, una mostra “annuale”, che ha messo in mostra soltanto quanto accaduto nel 1916,…per giungere così a un perfetto raffronto tra la vita di oggi e quella di cento anni addietro, anno dopo anno.
Il secondo evento commemorativo, invece, è stato lo spettacolo “Qualche volta abbiamo anche cantato”, una performance di musica e teatro sulla Grande Guerra, da un’idea di Fabio Bertasa, in collaborazione con il gruppo Aghi di Pino, la Piccola Orkestra Karasciò e Matè Teatro. Uno spettacolo veramente bello ed interessante, che è stato messo in scena, nelle scorse settimane, in altri teatri della Bergamasca: Bergamo, Luzzana, Selvino, Romano di Lombardia, Gandellino, Carugo (Como).

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A tal proposito, sollecitati ad avere un parere sullo spettacolo, due spettatori, Gabriele e Claudia, hanno inviato in redazione il loro commento, che qui sotto pubblichiamo.
Qualche sera fa abbiamo assistito ad Albino allo spettacolo ideato da Fabio Bertasa “Qualche volta abbiamo anche cantato”, un viaggio negli anni della Grande Guerra: dall’inizio alla fine, dall’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando alla vittoria di Vittorio Veneto, il 4 novembre 1918. Lo spettacolo ha utilizzato diversi e interessanti registri per la messinscena: narrazione, musiche e canti, scene teatrali. Diverse le fonti: libri di storia, tradizione orale/cantata e letteratura specifica.
Fabio Bertasa, che firma la ricerca storica, sostiene da solo il peso della narrazione che scandisce il tempo del conflitto, dividendolo in annate, affrontando gli eventi più noti e inserendo particolari meno conosciuti e di colore, come ad esempio il racconto dell’attentato di Sarajevo, con un Gavrilo Princip quasi sorpreso dalla possibilità di uccidere l’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando, mentre in un locale sta comunemente mangiando un panino.
Accattivante, ben eseguito e significativo dal punto di vista concettuale il repertorio musicale popolare, eseguito dallo stesso in collaborazione con i colleghi degli Aghi di Pino e della Piccola Orchestra Karasciò. Gli originali e ben riusciti arrangiamenti dei brani della tradizione alpina e popolare, accanto alla voce notevole della cantante Stefania Lanfranchi, hanno creato atmosfere intense e talvolta struggenti, uno su tutti il toccante brano di chiusura “Rosso su Verde”.
A offrire un riuscito e quanto mai necessario cambio di registro ci hanno pensato le brave attrici di Matè Teatro, Alessandra Ingoglia e Maria Teresa Galati, che hanno proposto i caratteri popolari di soldati e ufficiali magistralmente descritti da Emilio Lussù nel su libro “Un anno sull’altipiano”.
“Qualche volta abbiamo anche cantato” offre uno sguardo del primo conflitto mondiale disincantato, privo di retorica, ma allo stesso tempo ricco di umanità; rappresenta il desiderio di comprendere e raccontare la Storia andandone a indagare gli aspetti più noti e altri meno conosciuti.
Gli stornelli ironici che dileggiano Cadorna o la più dura “Gorizia” sono esempi dei numerosi spunti di riflessione e punti di vista non ufficiali che offre lo spettacolo, ben rappresentando il rifiuto nei confronti di una Guerra troppo lunga e disperata.

Per informazioni sullo spettacolo, telefonare a Fabio Bertasa (349.2902374) o scrivere a fabiobertasa@hotmail.it

Claudia e Gabriele

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