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Articolo di marzo

10 Marzo 2014
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STRUMENTALIZZARE LA PAURA

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Le “Vallaltiadi”: la scuola primaria di Vall’Alta rompe gli schemi

Daniela Zanga, Dirigente Scolastica dell’IC “G.Solari” di Albino

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Amministrare non è facile. Risolvere i problemi dei cittadini nemmeno. Serve tempo, serve serietà e impegno.

Si possono affrontare le questioni cercando di trovare la soluzione migliore nel più breve tempo possibile, oppure blaterare utilizzando parole vuote, al solo fine di raccogliere voti. Si può fingere di voler davvero venire incontro ai bisogni della collettività utilizzando i problemi per aver visibilità e, magari, qualche preferenza in più alle prossime amministrative.

Nel consiglio comunale del 7 marzo 2014 la coalizione di centro destra capitanata dall’ex sindaco, ex militante lega nord, ex rottamatore del carroccio ed ex “con la lega mai più!” consigliere Rizzi, ci ha dato l’ennesima prova che il senso civico, la preparazione e l’educazione albergano altrove.

Dapprima hanno giustificato i cittadini incivili che nel mese scorso hanno riempito i cestini pubblici fino a farli traboccare di rifiuti, sacchi neri, copertoni e quant’altro, sostenendo che la colpa è del comune che non effettua lo svuotamento. Il sindaco ha comunque informato che il servizio è stato potenziato.

In seguito, hanno presentato un’interpellanza sulla rumorosità delle pompe di calore delle scuole medie, alla quale il sindaco ha puntualmente risposto che il problema è in via di risoluzione.

Hanno poi chiesto come mai l’antenna Vodafone installata a Comenduno dalla giunta Rizzi non fosse ancora stata rimossa (ci vuole del coraggio) e l’assessore Zanga ha spiegato che con Vodafone è stato intrapreso un contenzioso giudiziario al riguardo. Infine, hanno presentato una mozione contro il decreto legge “svuota carceri” sul quale la maggioranza ha votato contro. Abbiamo deciso di non motivare in consiglio comunale la nostra decisione, perché la sicurezza è un tema serio e qualunque dichiarazione, in quella sede, sarebbe stata strumentalmente distorta sempre per fini elettorali.

Ecco, quindi la spiegazione delle motivazioni che ci hanno portato a votare contro la mozione leghista. Bastava leggerlo il decreto, anziché fare “copia e incolla” di una mozione che arriva da via Bellerio con l’ordine di essere presentata a tutti i soldatini leghisti della Lombardia. Il D.L. 23/12/2013 n. 146 convertito in legge dal parlamento, impropriamente chiamato “svuota carceri” non prevede nessuna amnistia né indulto. Le motivazioni che hanno spinto il Governo ad emanare tale decreto molteplici, tra cui:

1) la sentenza “Torregiani” emessa dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia al versamento di circa € 100.000 per trattamenti inumani e degradanti con l’obbligo entro aprile 2014 di adottare misure urgenti finalizzate alla diminuzione della popolazione carceraria;

2) l’inserimento (governo Forza Italia-Lega) dell’art. 14 comma 5 ter del testo unico sull’immigrazione che puniva con il carcere tutti gli stranieri che non davano seguito al provvedimento espulsivo emesso nei loro confronti è stato causa del sovraffollamento degli ultimi anni. Tale articolo nel 2011 è stato dichiarato incostituzionale;

3) nel nostro ordinamento penale la pena inflitta deve avere funzione rieducativa per consentire al condannato di poter rientrare nella società al termine di un processo rieducativo.

Il così detto decreto “svuota carceri”, in realtà contiene semplicemente un ampliamento delle misure alternative alla detenzione già previste nel nostro ordinamento quali affidamento in prova ai servizi sociali, detenzione domiciliare, semilibertà, liberazione anticipata, esecuzione a domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno, maggior possibilità del giudice di far ricorso all’uso del braccialetto elettronico.

Sono stati, inoltre, potenziati i criteri per l’espulsione dei condannati stranieri per consentire che gli stessi scontino la pena nel proprio paese di origine (e la Lega è contraria?!).

Provvedimenti che non vengono adottati in automatico ma restano subordinati all’autorizzazione del Giudice, che valuta caso per caso. Vi sono, inoltre, una serie di aspetti sociali che la mozione non ha minimamente affrontato.

Il 40% della popolazione carceraria è in attesa di giudizio (cioè non è ancora stata condannata!). Due dei requisiti che facilitano l’uso delle misure alternative sono la disponibilità di un luogo dove scontare la pena e l’esistenza di mezzi di sostentamento. La maggior parte dei detenuti non ha né una casa né un lavoro, deve così scontare la pena in carcere. Molti, una volta usciti, abbandonati a se stessi senza un progetto di inserimento lavorativo che ne faciliti il ritorno in società, non avendo altri mezzi di sostentamento, tornano a delinquere. I dati dimostrano che, laddove vi sono progetti specifici che accompagnano i carcerati favorendo inserimenti lavorativi ed abitativi, il ritorno ad uno stile di vita delinquenziale è quasi assente.

Lo stato deve incrementare le risorse per progetti che favoriscono il potenziamento degli strumenti di accompagnamento socio-rieducativo di queste persone. Il provvedimento approvato tampona una situazione carceraria drammatica, ma dovrà essere adeguatamente affiancato da politiche sociali che ne permettano la praticabilità. Il resto, così come presentato nella mozione leghista, sono solo strumentalizzazioni, che creano inutile allarmismo sfruttando la paura della gente, con il solo ed unico fine di raccogliere voti.

Mostrare (come si vede nei loro manifesti) un uomo che si rimbocca le maniche pronto a fare a cazzotti con una marea di delinquenti che uscirà dalle carceri con l’intento di portare morte e distruzione nelle case dei cittadini, è dare un’immagine falsa della realtà. E’ un modo superficiale e strumentale per affrontare i problemi e provare davvero a risolverli.

Ma del resto, questo è, da sempre, il loro modo di trattare le questioni.

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