E’ una delle discipline automobilistiche più in crescita del motorsport, in cui non conta la velocità, ma l’abilità nel completare un percorso rispettando una specifica tecnica di guida. E’ il drifting, dall’inglese “to drift” (andare alla deriva, vagare), dove a stabilire il vincitore non è il cronometro, ma una giuria di esperti chiamati a valutare la capacità dei concorrenti nel controllare la loro auto in continua derapata, cioè con le ruote posteriori in perdita d’aderenza, con l’asse longitudinale della vettura che quindi non è allineato alla traiettoria ottimale di percorrenza; e con le gomme che “graffiano” l’asfalto fumando come ciminiere. Una disciplina adrenalinica, intrigante, coinvolgente.
Ebbene, anche Bergamo può vantare il “suo” pilota di drifting. Si chiama Alex Gritti, 21 anni, di Albino, precisamente di Bondo Petello. Proprio a breve, il 22 e 23 gennaio, sarà impegnato nel primo “test drive” della stagione, alla Fiera del Garda, a Montichiari (BS), con replica il 26 e 27 febbraio. Mentre il 21 e 22 maggio lo vedremo sulla griglia di partenza della prima gara del Campionato Italiano Drifting 2022, che si correrà all’autodromo di Monza, per la regia organizzativa di D-Race: qui, si esibirà, insieme agli altri piloti del torneo tricolore, in un percorso appositamente creato utilizzando la “Variante Ascari”.
La stagione 2022, poi, continuerà con le tappe di Montichiari (il 25 e 26 giugno), Greinbach (Austria, il 6 e 7 agosto), Trento (il 24 e 25 settembre) e Varano De Melegari (Parma, il 22 e 23 ottobre). In più, il 24 e 25 settembre, parteciperà alla “Italian Drift Touge Trophy DT7”, per la prima volta in Italia, sul famoso tratto di strada dei “7 tornanti” del Monte Bondone, alias la “Trento-Bondone” (TN), per la regia di Drift Italy.
“Le vetture sono auto derivate da modelli stradali, esclusivamente a trazione posteriore o modificate come tali – spiega Alex Gritti – I concorrenti devono dimostrare di essere più abili degli avversari nel controllare il veicolo in perdita di aderenza dell’asse posteriore. Io partecipo al campionato Pro2 Class con la scuderia Race Team di Brescia, alla guida di una BMW M3 e36 3200cc, acquistata da Manuel Vacca, di Pavia, fondatore e proprietario dell’officina HP Garage di Pavia, che poi mi ha preparato l’auto. Quando si parla di Vacca bisogna inchinarsi, è “il Ronaldo del drifting italiano”, due volte campione italiano, capace di farsi valere nel campionato USA Formula Drift e al FIA Intercontinental, il “tempio del drifting”. Per allenarmi e giungere preparato al via della stagione, ho già provato l’auto cinque volte: due volte a Pavia, due volte sulla pista di Montichiari e una volta in salita, ad Edolo (BS)”.
Ma come è arrivato in griglia del campionato italiano Drifting Alex Gritti?
Nato in una famiglia da sempre appassionata di motori, soprattutto Formula 1 e rally, con tante presenze sui tornanti che da Nembro portano a Selvino, per il “Rally delle Prealpi Orobie”, Alex inizia da subito a preferire le ruote “coperte”, quelle delle auto da rally; lo incuriosiscono soprattutto le derapate, i traversi, la “guida sporca, che danno tanto spettacolo. Intanto, dopo le elementari a Bondo Petello, le medie a Desenzano al Serio e le superiori all’Isiss “Valle Seriana” di Gazzaniga, consegue un “postdiploma” in materiali plastiche, e ora lavora alla Schneider di Stezzano.
Cinque anni fa, la svolta: si costruisce un simulatore di guida e inizia ad allenarsi nella sua camera, diventando sempre più bravo. A tal punto che, per il compleanno del 2019, i genitori gli regalano una giornata di test drive di drifting. Gli addetti ai lavori si accorgono subito delle sue potenzialità, lo invitano ad impegnarsi ancora di più sul simulatore, finché nel settembre 2020 arriva la sorpresa, l’acquisto della BMW M3, un’auto del 1995, opportunamente adattata al drifting. Da allora è storia recente: allenamenti, test drive, simulatore e, ora, il grande salto nel campionato italiano. Forza Alex.
“Le regole del drifting sono semplici – continua Alex – Si corre su auto a trazione posteriore, derivate da modelli di serie. E bisogna compiere un percorso fatto di continue curve di diverso raggio da percorrere in estremo sovrasterzo. Il tutto, rispettando certe regole, su cui si basa la valutazione della giuria: mai far riprendere aderenza alle ruote posteriori, nemmeno passando da una curva destra ad una a sinistra o viceversa, o nei rettilinei; mai riallineare le ruote anteriori con l’asse longitudinale dell’auto o addirittura entrare in sottosterzo; anticipare il più possibile l’ingresso in sovrasterzo alla prima curva: più metri si percorrono in derapata, più punti si prendono; mantenere lungo tutto il tracciato il maggior angolo di sbandata possibile in ogni curva. Più l’auto si avvicina ad un angolo di 90° rispetto alla carreggiata, più punti si prendono; in percorrenza di curva, restare il più vicino possibile alla traiettoria ideale; mantenersi il più possibile vicino all’auto che sta davanti (nelle sfide uno contro uno) senza toccarla, portiera contro portiera; eseguire il tutto con fluidità e velocità. La velocità in sé conta poco, ma è comunque un parametro importante, che la giuria considera nel giudizio; per fluidità, invece, si intende una guida il più pulita possibile senza troppe correzioni dello sterzo”.
La patria del drifting è il Giappone, paese in cui questa disciplina è nata negli anni ’70, grazie soprattutto alla figura di Kunimitsu Takahashi, pilota di moto (il primo giapponese a vincere un Gran Premio del motomondiale, in 250, nel 1961) poi trasferitosi alle quattro ruote, considerato il vero padre del drifting moderno. Ci sono poi gli USA, altra terra di elezione, e il Regno Unito. Nel mondo circa 200 gare: tra le più importanti, il D1 Grand Prix appunto in Giappone, la Formula Drift negli Stati Uniti e, ancora in Giappone, il Drift Masters European Championship, in Europa. In Italia esiste un Campionato Italiano Drifting, che assegna i titoli nelle categorie Racing Pro, Racing Pro2 e Street Open.
Il format di gara prevede solitamente turni di prove libere prima della gara. Si parte, poi, con turni di qualificazione, dove il pilota viene giudicato singolarmente. I migliori 16 (o 32) passano il turno, mentre gli altri vengono eliminati. Quindi, i turni non sono più singoli, ma doppi, con sfide, su due manche, a due a due, fino alla finale.
Tiziano Piazza