Il Festival di Albanoarte è ormai giunto alla pausa natalizia, dopo una prima parte di stagione elettrizzante ed esaltante, come gli spettacoli susseguitisi sul palcoscenico del Teatro Don Bosco dell’Oratorio di Albano. Moltissimi gli ospiti di rilevo nazionale – Antonella Questa, Carrozzeria Orfeo, Giuliana Musso e tanti altri – che hanno ammaliato un pubblico fedele che segue la rassegna da ben 26 anni. In occasione di questa pausa (il Festival riprende a metà febbraio), abbiamo intervistato Enzo Mologni, Direttore Artistico e Presidente di Albanoarte: a lui è dovuta tutta la bellezza a cui gli spettatori hanno avuto la fortuna di assistere.
Intanto, chi è Enzo Mologni?
Dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Bergamo mi sono diplomato in scenografia teatrale all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Da dieci anni lavoro in Brera con diversi ruoli, da assistente alla cattedra di scenografia a responsabile dei progetti didattici. Ho insegnato all’Accademia di Verona e dall’anno prossimo sarò docente di Scenografia all’Accademia Santa Giulia di Brescia. Sono docente di “Marketing Eventi” all’EFP Sacra Famiglia di Comonte, dirigo laboratori di educazione alla teatralità in alcune Scuole dell’Infanzia, sono libero professionista nel campo della scenografia teatrale e dell’allestimento. Amo tutto ciò che è arte e cultura, adoro viaggiare ed andare in montagna.
Come si è avvicinato al mondo del teatro, in particolare ad Albanoarte?
Fin da quando avevo sette anni ho visto spettacoli teatrali e a casa, nelle feste di famiglia, ero il bambino a cui veniva chiesto di recitare la poesia d’auguri. Ho cominciato a recitare proprio grazie ad Albanoarte nel 1993 ne “Il pedante” di Francesco Belo: avevo 14 anni. Sono rimasto folgorato dalla passione che mi circondava e quelli che una volta vedevo come i miei amici grandi del teatro sono diventati poi miei compagni di viaggio e collaboratori. Senza dubbio la svolta è stata nel 2000 con “Una parentesi fra le nuvole”, commedia scritta e diretta da Isacco Milesi,dove ero co-protagonista. Il gruppo teatrale Albanoarte è stato importante sia a livello umano (ci sono donne e uomini eccezionali) che esperienziale e lavorativo; infatti, ho potuto ideare e costruire le prime scenografie, giungendo a diplomarmi due volte (quadriennio e biennio specialistico) con due miei spettacoli “L’Angelo azzurro” (2005, melodramma in 2 atti liberamente tratto dal romanzo di H. Mann scritto e diretto insieme a Grazia Vecchi e Gigi Corna) e “Hänsel e Gretel” (2008). In seguito, ho continuato a realizzare spettacoli all’interno di Albanoarte (gli ultimi sono stati “Bombyx Mori” e “Le belle idee per cui si muore…”).
Qual è la storia di Albanoarte?
Ad Albano Sant’Alessandro nel lontano 1990 si è formata una corrente culturale che ha portato una nuova visione artistica all’interno del paese. Mostre, performance, eventi musicali e teatrali furono organizzate nel corso del mese di giugno 1991 dal gruppo teatrale Albanoarte, composto da persone con varie esperienze teatrali, sotto la direzione di Isacco Milesi e Pasquale Martiniello (attori del “Teatro alle Grazie” di Bergamo). Il gruppo teatrale Albanoarte si è poi specializzato nella realizzazione di opere teatrali e nell’organizzazione dell’annuale rassegna teatrale. Poi, nel 2003, il gruppo teatrale Albanoarte è diventato “Associazione Teatrale e Culturale”. E poi è nato “Albanoarte Teatro Festival”. Questa rassegna ha avuto come direttore artistico fino al 2005 Isacco Milesi e si è caratterizzata per la volontà di creare una cultura teatrale all’interno del paese, nonché avviare una rete di collaborazioni tra le più rilevanti realtà teatrali della Bergamasca e le migliori Compagnie Dialettali presenti sul territorio. La volontà di ampliare il raggio d’azione ha portato nel tempo a coinvolgere anche rilevanti compagnie del Nord Italia.
Intanto è nato “Albanoarte Teatro Festival Quando ne è diventato direttore artistico?
Nel 2006 mi è stata affidata la Direzione Artistica della rassegna; e negli ultimi dieci anni ho puntato ad ospitare importanti realtà nazionali ed internazionali affiancate ad artisti meno conosciuti, in modo da rendere più eterogenea la proposta teatrale. Il coraggio di uscire dalla stretta cerchia della realtà locale e la continua fiducia da parte delle Amministrazioni Comunali del paese, della Parrocchia, degli Sponsor e del Pubblico hanno reso possibile l’arrivo in rassegna di nomi degni dei migliori palchi europei.
Qual è la realtà dell’Associazione Culturale Albanoarte Teatro”
L’associazione si avvale della collaborazione di una cinquantina di persone, tutte unite nella volontà di fare e portare arte e cultura nel nostro territorio. Tutti convinti che la cultura priva di pregiudizi, libera come la fantasia, sia un’ancora di salvezza in un mare di difficoltà. Oltre a Milesi e Martiniello, l’associazione ha accolto nuovi registi, che hanno diversificato la produzione teatrale della compagnia: Grazia Vecchi (Accademia dei Filodrammatici di Milano), Giuseppe Nespoli (Teatrattivo), Gianluigi Corna (Alicante, Bergamo), Enzo Mologni (Scenografo), Isabella Burgo (Biennio di Educazione alla Teatralità, Università Cattolica di Milano). Sono subentrati anche nuovi attori che hanno portato voglia di fare e condiviso gli insegnamenti appresi in vari stage: Giuseppe Adducci (Teatro Città Murata di Como), Mario Barzaghi (Teatro dell’Albero di Milano), Claudia Contin (Scuola sperimentale dell’Attore di Pordenone), Francis Pardeilhan (Odin Teatret – Danimarca).
Commedie fantastiche, drammi storici, scorribande nel musical, testi classici o inventati hanno accompagnato il corso del tempo, a volte anticipandone i cambiamenti sociali. Restano memorabili nella storia di Albanoarte: “Un’idea della Madonna”, “Una parentesi tra le nuvole”, “Nudi e crudi” e “L’amico migliore” di I. Milesi (spettacoli che hanno collezionato tournée annuali nella provincia e non solo); “Amleto”di William Shakespeare, “Ecce Homo” da Jacopone da Todi e “Di domenica mattina” dalla novelle di Luigi Pirandello per la regia di P. Martiniello; “I promessi sposi” da Alessandro Manzoni di I. Burgo (sbarcato nel Maggio 2012 nel teatrino storico di Sambuca di Sicilia, dando il via ad un proficuo rapporto di amicizia con l’Associazione Culturale locale); “L’Angelo azzurro” da Heinrich Mann, “Hänsel e Gretel” da Bruno Bettelheim per la regia di E. Mologni, cui segue le ultime produzione “Bombyx Mori” e “Le belle idee per cui si muore…”
Pare incredibile, ma la scintilla che nel 1991 fece nascere nel cortile del Vicolo Castello di Albano S.A. la prima rassegna curata da Albanoarte è ancora bella viva. I numeri spiegano la portata dell’onda creata da Albanoarte. In questi anni sono stati organizzati 26 Festival, che contano più di 300 spettacoli (di cui 38 produzioni “Made in Albanoarte”) e più di 75.000 spettatori! Consapevoli delle difficoltà che la Cultura nel nostro Paese sta affrontando e della crisi economica che spinge anche i più fedeli Sponsor a ridurre il proprio contributo, riteniamo in ogni caso fondamentale proseguire un compito che scongiuri il rischio che Albano Sant’Alessandro divenga un “quartiere dormitorio” vicino alla città di Bergamo, guidati dalla consapevolezza che “la Cultura è vita per il popolo”.
Quali sono i progetti futuri? Cosa bolle in pentola?
Questo 26° Festival sarà l’ultimo organizzato nel Teatro Don Bosco dell’Oratorio di Albano, ambiente che ha accolto le proposte culturali di Albanoarte e accompagnato la crescita del gruppo. Fra le due realtà c’è stato uno scambio sinergico, all’insegna del volontariato privo di interessi con l’esigenza di far vivere un luogo storicamente caro e centrale nella vita culturale del paese. Ma in primavera, terminato il Festival, Albanoarte avrà il problema di trovare una nuova sede. Non sarà più il Teatro Don Bosco, non ristrutturabile per scelta e da abbattere in futuro per far spazio ad un nuovo Oratorio, in cui sarà prevista una sala polivalente. Quindi, Albanoarte s’è messa alla ricerca di un luogo in cui immaginare nuove prospettive. Certo, sarebbe bello, per la storia, il pubblico e gli sponsor locali, rimanere ad Albano, magari nel centro storico, dove uno spazio teatrale continui ad essere Agorà per tutti. Ma ci rendiamo conto dell’assenza di luoghi a disposizione o terreni reperibili per la costruzione di un nuovo edificio. Uno spazio industriale riconvertito pare quindi la scelta più concretizzabile. Si tratta di cominciare ad attuare un tavolo di lavoro sin da oggi per accentrare l’interesse di sponsor (forse con uno studio di project financing) e cittadini appassionati. Tutto questo lavoro verrà ovviamente fatto in totale sintonia con l’amministrazione comunale, che è sempre stata molto attenta alle nostre esigenze, e con la cinquantina di volontari di Albanoarte che è pronta a dare il proprio contributo umano, pur sapendo che ciò non basta.
L’intento è la creazione di un luogo da vivere culturalmente a 360°, che sia capace di ospitare spettacoli, recital, saggi, ma anche workshop e atelier d’arte. Un ambiente che ospiti le realtà culturali e sociali del territorio nel momento in cui ne abbiano bisogno per non perdere quel legame solidale insito nella missione di Albanoarte che continuerebbe, d’altro canto, la propria avventura e ricerca teatrale.
Ti. Pi.









