Nata a Gazzaniga, ma residente a Nembro, dove peraltro lavora come psicologa e psicoterapeuta, Stefania Bonomi è l’attuale residente dell’associazione “Insieme per mano”, un’associazione di volontariato, con sede a Nembro, che “si adopera per la promozione del benessere psicofisico e per lo sviluppo dell’individuo e della collettività a sostegno delle popolazioni più vulnerabili, in ogni parte del mondo”. Quindi, rispetto dei diritti umani e degli ideali di giustizia sociale per coloro che si trovano in condizioni di povertà o colpiti da guerre, calamità naturali, disastri ambientali e sanitari, mediante interventi di aiuto umanitario, sia in contesti emergenziali che di sviluppo: bisogni primari (cibo, rifugio, medicine), ma anche ripristino dell’equilibrio psicologico (lavoro sul trauma e sul lutto) e sociale (ripristino di una rete sociale e di un supporto di comunità).
La redazione di Paese Mio intende intervistarla per conoscere questa realtà del terzo settore, che fa della vicinanza a 360 gradi il suo principale “focus”.
Chi è Stefania Bonomi?
Nel lavoro e nella vita seguo la mia naturale passione per le persone, per l’incontro con la vita e gli esseri viventi. Amo viaggiare e meditare. Mi sono sempre sentita parte del tutto e in connessione con gli esseri viventi, con la natura. Nei miei viaggi sono sempre entrata in contatto in modo naturale, semplice, con le persone di culture, usi e costumi differenti, che spesso parlavano lingue differenti comprendendo e sentendo quanto siamo accomunati da una stessa “matrice” umana, fatta di emozioni, gioie e dolori; dallo stesso desiderio di vita e di realizzazione. Percependo, quindi, la presenza forte del NOI e dell’unione tra le persone. Una percezione ancor prima che un pensiero e un ideale, che si è trasformato in azione.
Cos’è “Insieme per mano ONLUS”
Un’associazione che nasce nel 2013, a Calcutta, dall’incontro di un gruppo di donne accomunate dal desiderio di fare qualcosa per gli altri. Persone di ogni età, provenienti da diverse regioni del nord Italia, che hanno ruoli e compiti precisi all’interno di essa: chi si occupa di gestire i progetti in India, chi in Africa, chi in Italia, e poi tutti insieme si decide come veicolare i nostri ideali che si trasformano in azioni, nel tentativo di coinvolgere sempre più persone con passione ed entusiasmo. Ci sono volontarie che si ritrovano per fare cucito creativo destinato ai mercatini e altre che interagiscono con le comunità in maniera differente a seconda delle proprie idee e capacità.
Qual è la finalità dell’associazione?
Portare aiuto a chi ha bisogno, alle fasce più deboli della popolazione in Italia e in altre parti del mondo. Il motto dell’associazione è il seguente: In ogni comunità c’è qualcosa da fare. In ogni nazione delle ferite da guarire. In ogni cuore la forza per farlo.
E’ così… fare con il cuore è ciò che ci caratterizza anche attraverso il coinvolgimento delle comunità locali e dei gruppi di adulti, bambini e ragazzi che già si trovano e operano nel territorio. Sensibilizzazione all’inclusione e all’attenzione/incontro con l’altro. La partecipazione per noi è importante. Pensa che i nostri progetti lontani dall’Italia sono spesso “gemellati” con altrettanti gruppi in Italia. Ad esempio, in India abbiamo costruito un orfanotrofio per bimbi e sieropositivi grazie alla partecipazione di muratori e tecnici italiani che sono andati in India e che assieme agli Indiani hanno concluso questo bellissimo progetto. Oppure il progetto che sostiene l’agricoltura familiare post-Covid in poveri villaggi dell’India, realizzato con la vendita di riso che ha coinvolto le comunità di Leffe, Cene, Vertova e Colzate, a partire dai catechisti, dai bambini e dalle loro famiglie. Vedendo l’entusiasmo dei volontari e di chi viene coinvolto, viene spontaneo chiedersi “chi aiuta chi?” Scopriamo che anche “coloro che aiutano”, poi si sentono arricchiti da ciò che fanno, in alcuni casi rivitalizzati.
Come si è avvicinata a questa esperienza?
Semplice, l’ho fondata insieme ad altre nel 2013: mi sento parte di questo bel gruppo che apprezzo soprattutto per la concretezza e la capacità di creare possibilità di crescita e scambio umano.
Chi sono i volontari dell’associazione e cosa fanno?
Persone di qualsiasi età e provenienza. Tutti coloro che vogliono esserci sono una risorsa e sono i benvenuti, con le loro idee e le loro proposte.
Quali i progetti realizzati in Italia e nel mondo?
I primi progetti sono stati realizzati in India, a favore delle bambine di strada e, poi, delle famiglie negli slum di Shalimar e Martinpara. Progetti di accoglienza, sostegno sanitario ed educativo. Poi, dal 2016, siamo stati nei campi profughi al confine con la Siria, portando viveri, assistenza sanitaria e facendo un lavoro di elaborazione dei traumi con i bambini del campo, spesso orfani e portatori di ricordi fortemente traumatici. Recentemente, grazie alla collaborazione con le suore comboniane, abbiamo avviato due iniziative: in Uganda per le donne sopravvissute ai rapimenti dei guerriglieri e in Sud Sudan sostenendo un asilo che già ospita 150 bambini. Due territori africani reduci da guerre e guerriglie, con la popolazione che cerca di sopravvivere a soprusi e povertà estrema. Attualmente, sono attivi cinque progetti in India, tre in Italia e due in Africa.
E quali i progetti realizzati in provincia di Bergamo?
Con l’avvento della pandemia, ci siamo subito attivati dando aiuto economico ai Comuni di Nembro e Gazzaniga e sostegno psicologico, telefonico ed in presenza, in Val Seriana. A Nembro, in collaborazione con il Comune, abbiamo avviato il progetto “Insieme per Rinascere”, per aiutare ad elaborare i traumi e i lutti legati al Covid. Un progetto condotto da uno staff di psicoterapeuti che ha incontrato chi ha chiesto aiuto con lavori in gruppo ed individuali, che ancora sono in corso. A Gazzaniga, poi, è attiva la “Casa della gioia”, in cui si ritrovano donne che lavorano assieme e condividono il loro tempo. Lì avviene anche la distribuzione di abiti usati e in alcuni casi anche di generi alimentari. Sempre a Gazzaniga abbiamo a disposizione un grande spazio adibito all’accoglienza.
Quale il piano-programma 2022?
Nel 2022, oltre a continuare con i progetti avviati, ci piacerebbe accogliere fisicamente persone che sono in difficoltà. Abbiamo aderito ad una rete di associazioni bergamasche e dato la disponibilità ad accogliere profughi afgani o coloro che hanno bisogno di un luogo sicuro e di un aiuto a rientrare nel flusso della vita.
Sogni nel cassetto?
La vita mi ha insegnato che i sogni si realizzano; così, ho molte immagini di ciò che vorrei e che mi piacerebbe concretizzare. In questo momento “Insieme per Mano” ha bisogno di crescere, perché i progetti sono molti e il bisogno di umanità è davvero forte. Il mio sogno è quello di essere ancora più numerosi e di incontrarci oltre ogni convinzione e divisione ideologica. In tempi non facili, come quello che stiamo vivendo, credo che dobbiamo rilanciare qualcosa che ci aiuti ad essere migliori e a sentirci liberi. E, come diceva Gaber, la libertà è partecipazione! Così, colgo questa opportunità per invitare chi vuol conoscerci, a dare un occhio al nostro sito www.insiemepermano.org e alla nostra pagina FB ed Istagram; o a contattarci, per conoscerci di persona. A dicembre, poi, sarà attivo il nostro mercatino a Gazzaniga, in Via San Carlo 16. Chiamateci al 340.2437547, vi aspettiamo con gioia!
T.P.