Facciamo un po’ memoria, salutando l’anno che è trascorso e tuffandoci nel 2025, ricordando alcuni eventi importanti, rilanciano la scelta della generazione albinese uscita dal fascismo e dalla sua guerra.
Il 15 febbraio 1948, Albino aveva scelto, come modelli per la propria identità, Vittorio Gasparini e Giacomo Matteotti. Fu una decisione unanime nello spirito che si respirava nell’assemblea che aveva concordato la Costituzione italiana. Vittorio Gasparini, cattolico, aveva saputo resistere al fascismo e fu fucilato a piazzale Loreto a Milano il 10 agosto 1944; Giuseppe Matteotti, coraggioso deputato socialista, si era opposto in Parlamento alla nascente dittatura fascista e per questo fu ucciso il 10 giugno 1924. Lo scorso anno, appunto, ricorreva il centenario della sua morte, come l’80° della morte di Gasparini. Ebbene, Albino li ha ricordati entrambi.
Il 15 giugno, con la partecipazione dell’ex-sindaco Fabio Terzi, Matteotti è stato ricordato con due cerimonie, presso il cartello di inizio della via a lui dedicata e presso la lapide, un po’ trascurata, che ne segna la fine. Un’iniziativa partita dalla sezione ANPI, che ha in animo di ricordare, con una targa, anche i socialisti albinesi che tennero vivo il suo ricordo, controllati dalla polizia fascista, come risulta dal database “I sovversivi”, realizzato dai proff. Mangini e Vittori per Archivio Bergamasco, visitabile sul sito dello stesso. Dalla targa, Albino avrà modo di ricordare ancora Giacomo Matteotti.
Memoria per Vittorio Gasparini in due momenti, stavolta con la partecipazione del nuovo sindaco Daniele Esposito: il primo a Milano il 10 agosto, e il secondo il 19 ottobre, in sala consiliare, con la proiezione del film “Partiti per Bergamo”, presentato da Sergio Fogagnolo, figlio di uno dei 15 antifascisti fucilati. Alle iniziative hanno collaborato il Gruppo Alpini e il Circolo Acli di Albino.
A proposito di Gasparini, nuove memorie sono emerse nell’ultimo decennio, dopo la pubblicazione della sua biografia nel 2014 a cura dell’ANPI di Albino (libro distribuito agli interessati il 19 giugno).
Recenti iniziative dell’Istituto superiore “Vittorio Emanuele II” di Bergamo, promosse dal prof. Luigi Girelli, permettono, poi, di retrodatare la formazione antifascista del giovane Gasparini rispetto a quella della FUCI dal 1934. Da queste risulta che, dal 1927 all’inizio del 1930, Vittorio Gasparini ebbe come insegnante Ernesto Rossi: era nella classe IV superiore, quando quel professore fu arrestato, in quanto antifascista, nell’aula della II B e in seguito condannato al confino nell’isola di Ventotene. Di questo e altro, l’Istituto ha fatto memoria in un convegno nel dicembre 2022 e il 23 maggio 2023 ha dedicato un’aula a Vittorio Gasparini.
Anche fra gli universitari e i laureati cattolici, sono emersi di recente nuovi elementi conoscitivi su Gasparini. Nel gennaio 2024 la pubblicazione del libro di Barbara Curtarelli su don Primo Mazzolari, “Voler bene ai poveri è un rischio” (da notare che il titolo del libro è tratto da una lettera di don Primo al prevosto di Albino don Pietro Gamba), fa emergere altre figure di sacerdoti antifascisti che Gasparini poté conoscere: appunto, don Primo Mazzolari e don Emilio Rota, assistente dei laureati cattolici. Don Primo si recò per vari anni a tenere almeno una conferenza ai laureati cattolici bergamaschi, solitamente in occasione dell’inaugurazione dell’anno culturale. Ebbene questi sono gli anni della formazione di Vittorio Gasparini nella FUCI dal 1934 e nei laureati dal 1936 fino al 1938.
Altri elementi di conoscenza della figura di Gasparini sono emersi inoltre nel libro di Massimo Castoldi su Piazzale Loreto, del 2020, specie sulla sua attività resistenziale in Alta Italia e Milano.
Altro potrebbe emergere dall’annunciato libro di Sergio Fogagnolo su Piazzale Loreto, previsto per il 25 aprile 2025.
Il lascito della generazione di albinesi del 1948, di cattolici impegnati per il bene comune insieme con altri che vogliono costruire una città dell’uomo solidale, è ancora valido e presente.
Prima del 25 aprile 2025, festa della Liberazione dal nazi-fascismo, in collegamento con il Giorno della memoria del 27 gennaio, è già prevista l’inaugurazione di una targa in memoria degli Internati Militari Italiani, “l’altra Resistenza”, quasi trecento gli albinesi, fra i quali Luigi Goisis, che nel 1948, consigliere comunale, promosse l’intesa unanime per la dedicazione di Albino a Gasparini e Matteotti e, nel 1954, quale sindaco, il referendum che pose davanti alle scuole elementari il Monumento ai Caduti, “a insegnamento perenne e monito contro tutte le guerre”.
Il testo di tutte le targhe in memoria, distribuite in Albino, sarà raccolto, per il 25 aprile 2025, in un cofanetto a cura dell’ANPI. E ricordiamo che nel 2025 cadrà anche l’anniversario della morte, in un lager, di don Antonio Seghezzi, i cui legami con l’Albino non indifferente sono vari.
A.C.