Allegria di campane, applausi, sorrisi e le note festanti del corpo musicale “Città di Albino” per l’ingresso ufficiale del nuovo parroco di Desenzano al Serio, don Ettore Galbusera. Ma soprattutto tanta gente, accorsa sul sagrato del santuario della Madonna della Gamba ai primi colpi di clacson che avvisavano dell’arrivo dell’utilitaria rossa sulla quale c’era don Ettore, proveniente da Trescore, dove ha prestato servizio per 11 anni. Una prima calorosa accoglienza, alla presenza del sindaco di Albino Fabio Terzi, affiancato per l’occasione dal primo cittadino di Trescore Danny Benedetti, dal prevosto di Albino don Giuseppe Locatelli, dal delegato vescovile don Ivan Giupponi, curato dell’Oratorio di Trescore, e, a protezione dell’evento, due centurioni romani dell’associazione di rievocazioni storiche “Astorica” (acronimo di: Associazione Storica Città di Albino) di Desenzano al Serio.
Sorridente, e anche visibilmente commosso, don Ettore, che ha dispiegato saluti e strette di mano a tante persone, soprattutto ai suoi ex-parrocchiani trescoresi. Questo il saluto del sindaco di Albino Fabio Terzi: “Il mio benvenuto è come sindaco di Albino e come parrocchiano di Desenzano al Serio, dove sono nato e vivo con la mia famiglia. Albino, infatti, è molto grande, è composto da otto frazioni e altrettante parrocchie. Ma Desenzano al Serio è speciale, perché qui è presente il santuario del Miracolo della Madonna della Gamba, che è la patrona dell’intero Comune di Albino. I desenzanesi, avrà l’occasione di verificarlo, sono legatissimi al santuario: non si contano le volte che io stesso sono entrato nel santuario o stazionavo sul sagrato. A questo proposito, caro don Ettore a breve riceverà un bel regalo: la sistemazione del sagrato e della piazza, che per il 50% è della Curia di Bergamo; ancora pochi mesi e poi tutto sarà tirato a lucido. Intanto, in bocca al lupo per il suo nuovo incarico: la comunità di Desenzano al Serio le sarà vicino e la metterà a suo agio, perché attiva e collaborativa. E, per quanto mi riguarda, mi dovrà sopportare come sindaco ancora per due anni e otto mesi”.
Don Ettore, poi, è entrato nel santuario per una preghiera alla Madonna, inginocchiandosi nella cripta, davanti alla statua della giovane Venturina, guarita alla gamba dalla Vergine Maria apparsa in suo aiuto. Quindi, foto di rito davanti all’altare, mentre fuori sul sagrato grande allegria, con la banda di Albino che suonava a festa.
Tanta, tantissima gente, un bagno di folla davanti al santuario, che poi si è ordinata in un lungo corteo, aperto dai centurioni romani, lungo via Roma, in direzione della chiesa parrocchiale di San Pietro, dove si è svolto il rito della “presa di possesso della parrocchia, per l’inizio del ministero pastorale di don Ettore. A presenziare c’era don Ivan Giupponi, che gli ha consegnato le chiavi della chiesa, mentre il vicario parrocchiale mons. Ilario Girelli ha fatto baciare a don Ettore un crocefisso in legno, “come segno del suo sincero desiderio di servire Cristo nei fratelli e nelle sorelle che saranno affidati alle sue cure pastorali”. A seguire, una parrocchiana ha accolto sulla soglia della chiesa il nuovo parroco, leggendo un saluto a nome di tutta la comunità: “Caro don Ettore, siamo contenti che abbia accettato l’invito del Vescovo di arrivare nella nostra parrocchia. E questo in linea con quanto ha detto il santo curato d’Ars, “Un buon pastore è il più grande tesoro che il buon Dio può donare ad una parrocchia”. Noi siamo una piccola comunità, ma viva, attenta, collaborativa, con tanti gruppi. La pandemia ha portato fra noi dolore e morte, qualcuno si è allontanato: che sia lei don Ettore ad aiutarci a ritrovare l’entusiasmo nella fede, per essere uniti, fraterni, solidali. Che la Madonna della Gamba e San Pietro la proteggano”.
E, in chiesa, sempre il delegato pontificio don Ivan Giupponi ha aperto la celebrazione, non prima della consegna del Lezionario (dato poi ai lettori) e di un suo particolare ricordo di don Ettore: “Per farvi capire chi è don Ettore, vi ricordo una frase di un suo articolo del bollettino parrocchiale di Trescore: “Io sono qui per darvi Gesù, per questo sono prete””.
A seguire, con la professione di fede, Don Ettore ha preso in carico la nuova parrocchia e, salito sull’altare, ha continuato la celebrazione della Messa. Al termine, un suo pensiero: “Cari parrocchiani di Desenzano, ora siete la mia famiglia, la famiglia con la quale mi è stato chiesto di fare un tratto di strada. Quando sono diventato prete, il vescovo di allora mi ha detto: “Da oggi siete, come sacerdoti, “pastori e pellegrini”. Vengo a voi come pellegrino: infatti, ho pellegrinato in diverse realtà della nostra Diocesi, Pradalunga, Villa di serio, Cicola, Montello, Trescore, …; e vengo con voi che siete pellegrini, perché abbiamo tutti una meta che non dobbiamo fallire, il Cielo. Nel pellegrinare saremo compagni, camminatori incontro a Dio, lasciandoci guidare dalla luce: la luce della sua Parola, la luce della grazia dei Sacramenti, la luce della Carità. Io e voi abbiamo bisogno di questa stessa luce: Parola, Sacramenti, Carità. Nel nostro pellegrinare siamo viaggiatori verso Dio, ma con una grazia particolare. Qui, a Desenzano, ha camminato Maria, la Madre Santissima di Gesù e nostra; qui, ha camminato sul suolo di questa parrocchia incontro ad una giovane malata, Venturina. Ma Maria sa che siamo tutti “malati” nel corpo e nell’anima, e tutti abbiamo bisogno di Lei, che non si stancherà di camminare a fianco di ciascuno; accanto a Voi e accanto a me, da oggi vostro pastore. Chiedo, dunque, a Maria di essere pastore in mezzo a voi, secondo il cuore di suo figlio Gesù”.
“Vengo come pastore a Desenzano, ma per me è un luogo familiare – ha continuato don Ettore – Questa era la meta annuale di pellegrinaggio dei miei genitori, in occasione della festa: partivano da Sotto il Monte e qui venivano. L’ultimo anno che vennero qui (l’anno dopo morirono entrambi) la mamma mi portò in dono semplicemente una cartolina: misi la data, 9 ottobre 1979. Ebbene, in questi giorni di trasloco, fra le tante cartoline conservate, ne ho estratta una a caso, era proprio quella portata dai miei genitori, sula quale avevo messo la data. Possano i miei genitori con Maria intercedere per il mio ministero fra voi”.
I festeggiamenti verso il nuovo parroco sono continuati in Oratorio, durante un rinfresco comunitario.
“Ringrazio voi tutti per la vostra presenza, la preghiera di questi giorni, per la festosa e gioiosa accoglienza – ha proseguito don Ettore – Ringrazio il sindaco di Albino e quello di Trescore, ringrazio don Iva e i tanti parrocchiani di Trescore che mi hanno accompagnato. A tutti coloro che ho incontrato nel mio cammino, a Trescore, Cicola, Montello, …dico che, se busseranno, troveranno sempre casa e cuore accoglienti e offerenti ospitalità calda e affettuosa; certo che anche i parrocchiani di Desenzano saranno lieti di sentirsi “casa”, senza alcuna fatica ad accogliere”.
Nato il 15 giugno 1956 a Sotto il Monte, don Ettore Galbusera ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 20 giugno 1981 (proprio nello scorso giugno, è stato festeggiato a Trescore per i 40 anni di ordinazione sacerdotale). È stato vicario parrocchiale di Pradalunga dal 1981 al 1983 e di Villa di Serio dal 1983 al 1991; quindi, parroco di Cicola, frazione di Carobbio degli Angeli, dal 1991 dal 2000, e di Montello dal 2000 al 2010, oltre che membro del Consiglio presbiterale diocesano dal 2011 al 2014. Dal 2010 è parroco di Trescore ed è stato anche vicario locale del vicariato di Trescore (1999-2014).

Ti.Pi.