Prendete una società solida, con una storia ultracentenaria, attiva sul territorio a livello giovanile e con l’ambizione di un domani che possa dare opportunità e soddisfazioni sempre maggiori.

Prendete ora un’altra società, altrettanto consolidata nel presente e giustamente ambiziosa per il futuro, con in aggiunta, rispetto alla prima, la disponibilità di tutte le strutture necessarie per competere a certi livelli.

Spalmate quindi su entrambe le incombenze organizzative e gestionali necessarie quando si ha l’intento di offrire un’ idea di Calcio che vada oltre la semplice attività sociale e ci si trova pertanto chiamati ad operare a livello quasi professionistico, configurandosi, di fatto, come una qualsiasi azienda, indipendentemente dal settore in cui si opera, sportivo oppure no.

Ecco, nasce da questi presupposti, niente affatto banali, quella che tecnicamente è definita come fusione fra Rovato Calcio e Gruppo Sportivo Vertovese ma che appare più come una sinergia fra due realtà che restano attive con i rispettivi floridi settori giovanili decidendo al contempo di dar vita ad una nuova entità in cui questi possano confluire e che, per gli stessi, rappresenti il traguardo finale, l’opportunità per chi dimostra talento ma soprattutto volontà e merito.

Certo, non si è trattato di una scelta semplice. Anzi… E’ stata assai combattuta ma altrettanto ponderata volendo guardare un pochino oltre il proprio orticello, grazioso ma comunque limitato, bandendo inutili campanilismi, magari sinonimo di forti legami affettivi ma che suonano altresì come stridenti anacronismi.

Il concetto di unire due entità diverse e lontane, ma con identiche visioni ed il comune obiettivo di fornire il meritato sbocco a chi ha potenzialità per giocare a certi livelli, è ben spiegato da Mauro Guerini, vicepresidente della Rovato Vertovese SSD A RL, che ci ricorda pure ciò che ha sempre rappresentato la storica società seriana per la sua famiglia che ne è guida da oltre 10 anni con papà Amabile, presidente dal 2013, affiancato dal primogenito Luca nel ruolo di vice.

L’unione fra una squadra bergamasca ed una bresciana è certo qualcosa di insolito ma può e deve essere un esempio per dimostrare come, con un obiettivo comune, si possono sempre fare cose buone andando oltre le distanze. Qualcuno potrà storcere il naso e sostenere non sia più il calcio di un tempo, bisogna però ammettere che è tutto il mondo a essere cambiato ed in continua evoluzione, è necessario adeguarsi se si vuole proseguire. Ovvio che siamo legati alla nostra Vertovese: ci hanno giocato mio nonno, mio padre, mio fratello, io stesso ne ho difeso io pali, sarà il domani di mio figlio che tira i primi calci; vogliamo salvaguardarla nella propria identità ma si deve anche guardare in faccia alla realtà e ai limiti strutturali a cui, da anni, siamo chiamati a cercare alternative.

In effetti, da diverso tempo, la prima squadra è chiamata ad allenarsi e a disputare le proprie gare casalinghe lontana da Vertova. Il solo impianto sportivo disponibile non è sufficiente neppure per il settore giovanile tanto che, in questa stagione, delle otto rappresentative, solo due squadre “Esordienti a 9” giocano sul campo di via Forni. “Abbiamo compiuto una scelta magari impopolare” afferma Guerini “ma che riteniamo la migliore per dare un seguito alla filiera delle giovanili sopperendo ad evidenti problematiche: non mancano solo le strutture, ci sono anche deficienze infrastrutturali! La viabilità in Valle Seriana costituisce una criticità che vuol dire scarsezza di appeal rispetto a società che hanno base altrove

A fianco dell’ambizioso progetto della Rovato Vertovese non va infatti scordato il lavoro che si continua a portare avanti con il vivaio del G.S Vertovese “L’Eccellenza è uno sbocco che offriamo a chi meritevole ma, grazie anche alla collaborazione con gli Oratori della Media Valle, garantiamo prima a tutti un percorso dai 5 ai 18 anni. Un ringraziamento sincero va più che mai a tutti i collaboratori che, con passione, permettono di continuare in questa fondamentale attività socio-educativa e di aggregazione, senza di loro non potremmo andare avanti.

A proposito di collaborazione non manca la stoccata finale: “Non siamo depositari di verità assolute, senza presunzione non chiediamo che tutti siano d’accordo con la decisione presa; ben vengano le critiche purché non siano fini a se stesse ma accompagnate dalla disponibilità di darci una mano, ce n’è sempre bisogno.”

 

Luca Gualdi